STAGIONE TEATRALE AL VIA CON LA PRIMA DI ARTURO CIRILLO

Arturo Cirillo debutta in prima nazionale ad Ancona dal 26 al 29 ottobre al Teatro delle Muse con “Ferdinando” di Annibale Ruccello

Arturo Cirillo porta in scena Ferdinando, capolavoro della drammaturgia di Annibale Ruccello (1956-1986). Con questo allestimento, Arturo Cirillo, dopo le fortunate prove dello stesso autore Le cinque rose di Jennifer e L’ereditiera (Premio Ubu), firma un altro classico e allo stesso tempo contemporaneo capolavoro.

L’artista è in prova ad Ancona dove debutta dal 26 al 29 ottobre al Teatro delle Muse in prima nazionale aprendo la Stagione Teatrale 2023 2024.

In scena vedremo: Sabrina Scuccimarra (Donna Clotilde), Anna Rita Vitolo (Donna Gesualda), Arturo Cirillo (Don Catello), Riccardo Ciccarelli (Ferdinando), le scene sono di Dario Gessati, i costumi di Gianluca Falaschi, le musiche di Francesco De Melis, le luci di Paolo Manti, regia Arturo Cirillo, regista collaboratore Roberto Capasso, assistente alla regia Luciano Dell’Aglio. La produzione è di Marche Teatro in coproduzione con Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini.

Dopo le date di debutto ad Ancona lo spettacolo sarà in scena a dall’1 a 5 novembre a Roma al Teatro Parioli, da 7 a 12 novembre Prato, Teatro Metastasio, 14 novembre Vigone (To), Baudi di Selve, 15 novembre Tortona al Teatro Civico, da 16 a 19 novembre sarà in scena a Milano al Teatro Carcano, poi ancora da 21 a 26 novembre al Teatro Gobetti di Torino, il 28 e 29 novembre a Sarzana al Teatro Impavidi, il 30 novembre a Follonica al Teatro Fonderia Leopolda, dall’1 a 3 dicembre a Monza al Teatro Manzoni, il 5 e 6 dicembre Oleggio al Teatro Civico, poi ancora dall’8 al 17 dicembre al Teatro Bellini di Napoli, il 9 gennaio 2024 al Teatro Feronia di San Severino Marche, dall’11 a 14 gennaio a Genova al Teatro Duse, e lo spettacolo chiude il primo anno di tournée il 16 e 17 gennaio al Teatro Fusco di Taranto.

Trama
Agosto 1870: il Regno delle Due Sicilie è caduto e la baronessa borbonica Donna Clotilde nella sua villa vesuviana si è “ammalata” di disprezzo per il re sabaudo e per l’Italia piccolo-borghese nata dalla recente unificazione. A fare da infermiera all’ipocondriaca nobildonna è Gesualda, cugina povera e inacidita dal nubilato, ma segreta amante di Don Catellino, prete di famiglia corrotto e vizioso. I giorni passano tutti uguali, tra pasticche, decotti, rancori e bugie. A sconvolgere lo stagnante equilibrio domestico è l’arrivo di un sedicenne dalla sensuale bellezza che, rimasto orfano, viene mandato a vivere da Donna Clotilde, di cui risulta essere un lontano nipote. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, riaccendendo passioni sopite e smascherando vecchi delitti. Ma chi è davvero Ferdinando?

Dalle note di regia di Arturo Cirillo

Logica ed inconsueta, allo stesso tempo, mi appare la mia decisione di portare in scena Ferdinando di Annibale Ruccello. Logica perché riconosco in Ruccello un mio autore, un autore sul quale sono tornato più volte, e con spettacoli per me importanti. Ma la scelta mi appare anche inconsueta, poiché per me Ferdinando è sempre stato legato allo spettacolo che curò l’autore stesso (nonché primo interprete del ruolo di Don Catellino), che ha girato per molti anni tutta l’Italia avvalendosi della grande interpretazione di Isa Danieli.

Inoltre per me il testo è sempre apparso molto diverso da tutti gli altri di Ruccello, un testo più realistico, storico, un dramma con una struttura classica. Il desiderio per un inafferrabile adolescente, nato da un inconsolabile bisogno d’amore, matura nella mente di tre personaggi disperati (Donna Clotilde, Donna Gesualda e Don Catello), prigionieri della propria solitudine, esacerbati dall’abitudine. Allora tutto l’aspetto storico mi è apparso una finzione, un teatro della crudeltà mascherato da dramma borghese, in cui anche la lingua, il fantomatico napoletano in cui si sostanzia Donna Clotilde, è esso stesso lingua di scena, lingua di rappresentazione, non meno del tanto “schifato” italiano.

Una scena composta da un unico grande drappo che scende dall’alto e contiene il luogo dell’azione, un luogo claustrofobico in cui convivono tutti i personaggi, che vediamo spogliarsi, rivestirsi, incontrarsi (come in un film di Luis Bunuel). Personaggi rinchiusi in abiti scuri, monacali e preteschi, per devozione o lutto, ma forse solo per difesa. Illuminati da luci rivelatrici, come in un miracolo pagano, dove l’intimità delle note di un pianoforte convivono con quelle sontuose e barocche di un organo.

Poi c’è Ferdinando, ragazzino normale di un tempo presente, portatore solo del proprio corpo giovane sul quale gli altri tre personaggi, di questo quartetto, disegnano le proprie visioni e i propri desideri. Trascendendo dalla persona in sé, come spesso avviene nell’innamoramento, si ingannano e si lasciano ingannare. Dopo gli resta solo la constatazione del proprio fallimento e della propria folle e disperata solitudine, in un luogo spettrale abitato dai morti e dai ricordi.

Mi pare che con Ferdinando, ancora una volta e ancora di più, Ruccello faccia fuori i generi, sessuali e spettacolari, per mettere in scena l’ambiguo e il sortilegio -.

Per le date di Ancona biglietteria 071 52525 biglietteria@teatrodellemuse.org e su vivaticket.com / In tutti gli altri teatri della tournée verificare le biglietterie dei teatri di riferimento.

L’attività di MARCHE TEATRO_Teatro di Rilevante Interesse Culturale è sostenuta da Comune di Ancona/Assessorato alla Cultura, Regione Marche/Assessorato alla Cultura, Ministero della Cultura, Camera di Commercio delle Marche in collaborazione con gli sponsor: Frittelli Maritime Group e Banco Marchigian

Ultimo aggiornamento

29 Ottobre 2023, 19:35

Pubblicazione

26 Ottobre 2023, 18:52