Dopo l’Anfitrione di Plauto, Edipo a Colono di Sofocle, adattamento e regia di Giuseppe Argirò, giunge all’Anfiteatro Romano di Ancona giovedì 8 agosto (ore 21 con il sostegno di Estra) nell’ambito della rassegna regionale TAU/Teatri Antichi Uniti, iniziativa che vede insieme dal 26 anni AMAT, Regione Marche, MiC e 15 Comuni del territorio.
Nel ruolo del protagonista Giuseppe Pambieri, un attore in grado di mettere al servizio del personaggio la grande tradizione da cui proviene per indagare le infinite profondità dell’archetipo teatrale che più ha attraversato la cultura dell’uomo. Ad accompagnarlo è la figlia Micol nel ruolo di Antigone a testimoniare la perfetta coincidenza tra realtà e rappresentazione. Gianluigi Fogacci creerà una polifonia di voci insieme con Luigi Mezzanotte, Elisabetta Arosio, Roberto Baldassarri, Melania Fiore e Vinicio Argirò.
Lo spettacolo è prodotto da Teatro della Città – Catania, i costumi sono di Emiliano Sicuro.
Informazioni e prevendite per lo spettacolo: presso AMAT e biglietterie circuito vivaticket; Ancona Casa Musicale Ancona 071 202588 lunedì – sabato 9 – 12.30 e 16 – 19.45, biglietteria presso Anfiteatro Romano 346 3778838 il giorno di spettacolo dalle ore 19.
Così ne scrive il regista Giuseppe Arghirò: «Edipo a Colono, l’ultima opera di Sofocle, rappresentata dopo la sua morte, coincide con la senilità dell’autore. Gli anni della saggezza comportano necessariamente una sintesi dell’esistenza: Edipo ormai abbacinato dall’evidenza di una verità che non è stato in grado di percepire, travolto da una realtà indecifrabile, deve ricomporre la sua identità, il suo Io irrimediabilmente dimidiato. La passione conoscitiva dell’eroe sofocleo porta alla dissoluzione. L’enigma dell’essere umano rimane irrisolto perché Edipo stesso è un enigma. Il re di Tebe, allontanato dalla sua città natale, accompagnato dalla sola Antigone, si dirige verso il demo di Colono, alle porte di Atene, ultima tappa del suo viaggio. Atene portatrice di valori democratici ineludibili costituisce il centro della tragedia. La riflessione politica e l’affermazione della polis sono elementi essenziali di tutto il pensiero sofocleo che riconosce ad Atene un primato assoluto: essa è infatti uno splendido baluardo delle istituzioni democratiche di cui è fedele custode Teseo. Edipo, ormai cieco, accompagnato dalla figlia, capace di un amore assoluto che va al di là di qualsiasi vincolo parentale e convenzione sociale cercherà asilo e accoglienza a Colono. L’eroe sofocleo chiederà ospitalità al re Teseo che si manifesterà allora non solo come campione di democrazia, ma anche di umanità nell’accogliere un ospite apparentemente così indesiderato perché empio e mostruoso. Creonte, insieme ai figli di Edipo, vorranno riportare a Tebe il vecchio re in modo tale da impossessarsi in maniera legittima del potere vacante e occuparne quindi il trono. Il sovrano di Atene giocherà quindi un ruolo centrale in questa vicenda nel tutelare e custodire gli ultimi giorni Edipo. Lo spettacolo ripercorre a ritroso la vita del figlio di Laio mettendo in scena gli eventi che hanno segnato la vicenda umana di Edipo e il conflitto per il potere tra i due figli Eteocle e Polinice. La tragedia di Sofocle non solo racconta la complessità imperfetta e meravigliosa dell’essere umano ma ribadisce il diritto all’accoglienza dello straniero e il rispetto delle sacre leggi dell’ospitalità, ricordandoci che il mondo è di chi lo abita e che la salvezza del genere umano non sta nell’esclusione ma nella “social catena” che produce solidarietà e annichilisce ogni egoismo, privilegiando il bene della collettività».
Ultimo aggiornamento
5 Agosto 2024, 12:15
Pubblicazione
5 Agosto 2024, 12:15