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Nello specchio d’acqua del porto, unita alla terraferma da un ponticello, sorge la Mole Vanvitelliana dove si dice che anche il Casanova sostò, intento a fantasticare sulla possibilità di sedurre fantesche e vivandiere.
In una posizione strategica e suggestiva, nell’area portuale al di fuori delle vecchie mura della città antica, la Mole Vanvitelliana (vecchio Lazzaretto) è oggi sede di iniziative culturali e musicali.
Progettata dal celebre architetto Luigi Vanvitelli (Napoli, 1700 – Caserta, 1773) a partire dal 1732 nell’area portuale del capoluogo marchigiano, durante il suo soggiorno nelle Marche in qualità di progettista pontificio.
L’imponente costruzione (che si estende per quasi ventimila metri quadrati) fu progettata in funzione della riorganizzazione urbana di Ancona verso il mare in direzione sud e per garantire l’immunità da epidemie che avrebbero potuto portare merci e persone provenienti da luoghi riconosciuti come sospetti. La decisione di costruire un grande Lazzaretto fu giustificata anche dalla felice situazione commerciale attraversata dalla città di Ancona, divenuta in quel periodo porto franco grazie a Clemente XII.
La prima pietra viene posta il 26 luglio 1733; nel 1736 l’opera risulta in fase di avanzata realizzazione; i lavori saranno completati solo nel 1743, tre anni dopo la morte di Clemente XII.
L’edificio ha una forma pentagonale, situato nella zona del porto, è una sorta di isola autosufficiente, collegata all’esterno solo da una piccola passerella.
Il rifornimento idrico è assicurato da una rete sotterranea di cisterne di cui l’unica parte visibile è un piccolo tempietto neoclassico dedicato a San Rocco, presente al centro del cortile interno.
La funzione sanitaria originaria, per contumacie e quarantena era garantita, oltre che da tale efficiente sistema di carico e scarico delle acque, dalla dislocazione degli alloggi nella fabbrica interna; l’area del deposito merci era invece organizzata con un sistema ad alveare distribuito in ventisei locali.
Nel corso degli ultimi due secoli il Lazzaretto è stato utilizzato anche come ospedale militare e caserma. Nel 1860 cessa la sua funzione ispettivo sanitaria per diventare, nel 1884, sede di una raffineria di zucchero. Nel corso del XX secolo oltre al ruolo di base militare nei due conflitti mondiali, il Lazzaretto divenne anche sede, dal 1947, della manifattura tabacchi. Nel 1989 cominciano i lavori della Soprintendenza finalizzati al recupero dell’immagine originaria della struttura, attraverso restauri e demolizioni delle superfetazioni causate dai numerosi rimaneggiamenti e adattamenti necessari per le diverse destinazioni d’uso assunte dalla Mole.
Il Comune esegue infine altri lavori che mettono la Mole, dal 1993 in poi, in condizione di ospitare mostre temporanee, spettacoli teatrali, concerti e rassegne cinematografiche di rilievo.
Ultimo aggiornamento
11 Novembre 2022, 10:40
Pubblicazione
11 Novembre 2022, 10:40