Presentazione del libro “Une Street Historie De L’Art”

Presentazione in anteprima assoluta del libro di Cyrille Gouyette Auditorium Mole Vanvitelliana || Martedì 19 ottobre ore 17.30 Il Museo Omero ospita lo storico dell’arte Cyrille Gouyette per presentare, in anteprima assoluta, il suo ultimo libro “Une Street Histoire de l’Art” ovvero “Una Storia della Street Art”, che uscirà il 14 ottobre, pubblicato dalla prestigiosa casa editrice Gallimard. Gouyette, amico del Museo Omero e nostro collaboratore in precedenti mostre, è impegnato da anni presso il Dipartimento Educazione del Musée du Louvre, dove sviluppa progetti anche per un pubblico con disabilità visiva. Dal 2008 i suoi studi si sono incentrati sulla Street Art, con pubblicazioni e mostre sul tema. Convinto del ruolo che l’arte urbana gioca per una trasformazione virtuosa della società, si occupa anche della programmazione del nuovo MUR Bastille a Parigi dove espone artisti urbani ogni stagione. Nell’incontro di martedì 19 ottobre alle ore 17.30, in diretta streaming anche sulla pagina Facebook del Museo Omero, Gouyette presenterà il libro “Una Storia della Street Art. 50 anni di arte urbana rivelano 5000 anni di storia dell’arte“, in dialogo con lo storico dell’arte Stefano Verri. L’autore, muovendo dalla domanda “L’artista può sottrarsi alla storia dell’arte?”, vuole mostrare “a partire da una vasta scelta di artisti (più di 200) tra i più emblematici della scena urbana contemporanea, come le loro opere si riferiscano alla storia della creazione artistica occidentale, nella quale ogni epoca trova il suo corollario nell’arte urbana. Al di là d’una persistenza dei soggetti che attraversano i secoli, si tratta di esplicitare i codici formali e di decriptare le mode espressive degli artisti per mostrare come gli artisti di strada le assimilino e le trascendano.” Info Ingresso libero. Green pass obbligatorio. Prenotazione consigliata al 342 50 60 364 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00. Sarà possibile seguire […]

Presentazione del libro “Une Street Historie De L’Art”

Presentazione in anteprima assoluta del libro di Cyrille Gouyette Auditorium Mole Vanvitelliana || Martedì 19 ottobre ore 17.30 Il Museo Omero ospita lo storico dell’arte Cyrille Gouyette per presentare, in anteprima assoluta, il suo ultimo libro “Une Street Histoire de l’Art” ovvero “Una Storia della Street Art”, che uscirà il 14 ottobre, pubblicato dalla prestigiosa casa editrice Gallimard. Gouyette, amico del Museo Omero e nostro collaboratore in precedenti mostre, è impegnato da anni presso il Dipartimento Educazione del Musée du Louvre, dove sviluppa progetti anche per un pubblico con disabilità visiva. Dal 2008 i suoi studi si sono incentrati sulla Street Art, con pubblicazioni e mostre sul tema. Convinto del ruolo che l’arte urbana gioca per una trasformazione virtuosa della società, si occupa anche della programmazione del nuovo MUR Bastille a Parigi dove espone artisti urbani ogni stagione. Nell’incontro di martedì 19 ottobre alle ore 17.30, in diretta streaming anche sulla pagina Facebook del Museo Omero, Gouyette presenterà il libro “Una Storia della Street Art. 50 anni di arte urbana rivelano 5000 anni di storia dell’arte“, in dialogo con lo storico dell’arte Stefano Verri. L’autore, muovendo dalla domanda “L’artista può sottrarsi alla storia dell’arte?”, vuole mostrare “a partire da una vasta scelta di artisti (più di 200) tra i più emblematici della scena urbana contemporanea, come le loro opere si riferiscano alla storia della creazione artistica occidentale, nella quale ogni epoca trova il suo corollario nell’arte urbana. Al di là d’una persistenza dei soggetti che attraversano i secoli, si tratta di esplicitare i codici formali e di decriptare le mode espressive degli artisti per mostrare come gli artisti di strada le assimilino e le trascendano.” Info Ingresso libero. Green pass obbligatorio. Prenotazione consigliata al 342 50 60 364 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00. Sarà possibile seguire […]

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Presentazione in anteprima assoluta del libro di Cyrille Gouyette Auditorium Mole Vanvitelliana || Martedì 19 ottobre ore 17.30 Il Museo Omero ospita lo storico dell’arte Cyrille Gouyette per presentare, in anteprima assoluta, il suo ultimo libro “Une Street Histoire de l’Art” ovvero “Una Storia della Street Art”, che uscirà il 14 ottobre, pubblicato dalla prestigiosa casa editrice Gallimard. Gouyette, amico del Museo Omero e nostro collaboratore in precedenti mostre, è impegnato da anni presso il Dipartimento Educazione del Musée du Louvre, dove sviluppa progetti anche per un pubblico con disabilità visiva. Dal 2008 i suoi studi si sono incentrati sulla Street Art, con pubblicazioni e mostre sul tema. Convinto del ruolo che l’arte urbana gioca per una trasformazione virtuosa della società, si occupa anche della programmazione del nuovo MUR Bastille a Parigi dove espone artisti urbani ogni stagione. Nell’incontro di martedì 19 ottobre alle ore 17.30, in diretta streaming anche sulla pagina Facebook del Museo Omero, Gouyette presenterà il libro “Una Storia della Street Art. 50 anni di arte urbana rivelano 5000 anni di storia dell’arte“, in dialogo con lo storico dell’arte Stefano Verri. L’autore, muovendo dalla domanda “L’artista può sottrarsi alla storia dell’arte?”, vuole mostrare “a partire da una vasta scelta di artisti (più di 200) tra i più emblematici della scena urbana contemporanea, come le loro opere si riferiscano alla storia della creazione artistica occidentale, nella quale ogni epoca trova il suo corollario nell’arte urbana. Al di là d’una persistenza dei soggetti che attraversano i secoli, si tratta di esplicitare i codici formali e di decriptare le mode espressive degli artisti per mostrare come gli artisti di strada le assimilino e le trascendano.” Info Ingresso libero. Green pass obbligatorio. Prenotazione consigliata al 342 50 60 364 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00. Sarà possibile seguire […]

Mostra “Roberta Conti”

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? A cura di MASSIMO VITANGELI Associazione Culturale Galleria Papini || Dal 9 al 24 ottobre 2021 Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? (1897), è il titolo dell’opera più complessa di Paul Gauguin, dove egli pone i massimi quesiti esistenziali dell’uomo; sarebbe fascinoso inoltrarsi nei suoi vari significati come la lettura all’orientale da destra verso sinistra, la scena che ricorda i boschi sacri rinascimentali, il significato universale, se non fosse che in questo contesto possiamo solo lasciarci sedurre e ispirare dall’opera e dal suo titolo, così aperti e così attuali sulla condizione universale dell’esistenza umana. E poiché queste grandi domande di solito le associamo alla filosofia, alla religione, all’arte, e non alle scienze esatte, va ricordato che artisti e scienziati non descrivono la natura in modo diretto o attraverso immagini riconoscibili e univoche, ma rappresentano cose che non possiamo vedere. Molti artisti si ispirano proprio alle scoperte della scienza per immaginare l’invisibile che ci circonda e dare forma alla propria arte. Arte e scienza sono unite dall’esperienza della rivelazione, la quale è presente sia nell’esperimento scientifico che nell’opera d’arte. E senza addentrarci nel secolo dove le risonanze tra arte e scienza acquisiscono quella consapevolezza specifica passando da Leonardo artista scienziato a Galilei e Caravaggio, restiamo nella contemporaneità della nostra epoca interrogandoci sulla più recente ed emblematica opera di Gino De Dominicis, Il tempo, lo sbaglio, lo spazio (1969), che rimbalza come un implacabile sonar verso l’opera di Gauguin, e che entrambe suffragano il pensiero di Carlo Rovelli nel suo La realtà non è come ci appare (2014). D’altronde il tempo non esiste, egli afferma! Dunque possiamo asserire che Arte e Scienza schiudono le porte di un territorio invisibile dove gli scienziati sono guidati da qualcosa che li accomuna agli artisti. Ma comprendere questa […]

Mostra “Roberta Conti”

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? A cura di MASSIMO VITANGELI Associazione Culturale Galleria Papini || Dal 9 al 24 ottobre 2021 Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? (1897), è il titolo dell’opera più complessa di Paul Gauguin, dove egli pone i massimi quesiti esistenziali dell’uomo; sarebbe fascinoso inoltrarsi nei suoi vari significati come la lettura all’orientale da destra verso sinistra, la scena che ricorda i boschi sacri rinascimentali, il significato universale, se non fosse che in questo contesto possiamo solo lasciarci sedurre e ispirare dall’opera e dal suo titolo, così aperti e così attuali sulla condizione universale dell’esistenza umana. E poiché queste grandi domande di solito le associamo alla filosofia, alla religione, all’arte, e non alle scienze esatte, va ricordato che artisti e scienziati non descrivono la natura in modo diretto o attraverso immagini riconoscibili e univoche, ma rappresentano cose che non possiamo vedere. Molti artisti si ispirano proprio alle scoperte della scienza per immaginare l’invisibile che ci circonda e dare forma alla propria arte. Arte e scienza sono unite dall’esperienza della rivelazione, la quale è presente sia nell’esperimento scientifico che nell’opera d’arte. E senza addentrarci nel secolo dove le risonanze tra arte e scienza acquisiscono quella consapevolezza specifica passando da Leonardo artista scienziato a Galilei e Caravaggio, restiamo nella contemporaneità della nostra epoca interrogandoci sulla più recente ed emblematica opera di Gino De Dominicis, Il tempo, lo sbaglio, lo spazio (1969), che rimbalza come un implacabile sonar verso l’opera di Gauguin, e che entrambe suffragano il pensiero di Carlo Rovelli nel suo La realtà non è come ci appare (2014). D’altronde il tempo non esiste, egli afferma! Dunque possiamo asserire che Arte e Scienza schiudono le porte di un territorio invisibile dove gli scienziati sono guidati da qualcosa che li accomuna agli artisti. Ma comprendere questa […]

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Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? A cura di MASSIMO VITANGELI Associazione Culturale Galleria Papini || Dal 9 al 24 ottobre 2021 Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? (1897), è il titolo dell’opera più complessa di Paul Gauguin, dove egli pone i massimi quesiti esistenziali dell’uomo; sarebbe fascinoso inoltrarsi nei suoi vari significati come la lettura all’orientale da destra verso sinistra, la scena che ricorda i boschi sacri rinascimentali, il significato universale, se non fosse che in questo contesto possiamo solo lasciarci sedurre e ispirare dall’opera e dal suo titolo, così aperti e così attuali sulla condizione universale dell’esistenza umana. E poiché queste grandi domande di solito le associamo alla filosofia, alla religione, all’arte, e non alle scienze esatte, va ricordato che artisti e scienziati non descrivono la natura in modo diretto o attraverso immagini riconoscibili e univoche, ma rappresentano cose che non possiamo vedere. Molti artisti si ispirano proprio alle scoperte della scienza per immaginare l’invisibile che ci circonda e dare forma alla propria arte. Arte e scienza sono unite dall’esperienza della rivelazione, la quale è presente sia nell’esperimento scientifico che nell’opera d’arte. E senza addentrarci nel secolo dove le risonanze tra arte e scienza acquisiscono quella consapevolezza specifica passando da Leonardo artista scienziato a Galilei e Caravaggio, restiamo nella contemporaneità della nostra epoca interrogandoci sulla più recente ed emblematica opera di Gino De Dominicis, Il tempo, lo sbaglio, lo spazio (1969), che rimbalza come un implacabile sonar verso l’opera di Gauguin, e che entrambe suffragano il pensiero di Carlo Rovelli nel suo La realtà non è come ci appare (2014). D’altronde il tempo non esiste, egli afferma! Dunque possiamo asserire che Arte e Scienza schiudono le porte di un territorio invisibile dove gli scienziati sono guidati da qualcosa che li accomuna agli artisti. Ma comprendere questa […]

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Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? A cura di MASSIMO VITANGELI Associazione Culturale Galleria Papini || Dal 9 al 24 ottobre 2021 Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? (1897), è il titolo dell’opera più complessa di Paul Gauguin, dove egli pone i massimi quesiti esistenziali dell’uomo; sarebbe fascinoso inoltrarsi nei suoi vari significati come la lettura all’orientale da destra verso sinistra, la scena che ricorda i boschi sacri rinascimentali, il significato universale, se non fosse che in questo contesto possiamo solo lasciarci sedurre e ispirare dall’opera e dal suo titolo, così aperti e così attuali sulla condizione universale dell’esistenza umana. E poiché queste grandi domande di solito le associamo alla filosofia, alla religione, all’arte, e non alle scienze esatte, va ricordato che artisti e scienziati non descrivono la natura in modo diretto o attraverso immagini riconoscibili e univoche, ma rappresentano cose che non possiamo vedere. Molti artisti si ispirano proprio alle scoperte della scienza per immaginare l’invisibile che ci circonda e dare forma alla propria arte. Arte e scienza sono unite dall’esperienza della rivelazione, la quale è presente sia nell’esperimento scientifico che nell’opera d’arte. E senza addentrarci nel secolo dove le risonanze tra arte e scienza acquisiscono quella consapevolezza specifica passando da Leonardo artista scienziato a Galilei e Caravaggio, restiamo nella contemporaneità della nostra epoca interrogandoci sulla più recente ed emblematica opera di Gino De Dominicis, Il tempo, lo sbaglio, lo spazio (1969), che rimbalza come un implacabile sonar verso l’opera di Gauguin, e che entrambe suffragano il pensiero di Carlo Rovelli nel suo La realtà non è come ci appare (2014). D’altronde il tempo non esiste, egli afferma! Dunque possiamo asserire che Arte e Scienza schiudono le porte di un territorio invisibile dove gli scienziati sono guidati da qualcosa che li accomuna agli artisti. Ma comprendere questa […]

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Noi leggiavamo un giorno per diletto

Ancona per Dante – Mostra a cura di Stefano Zuffi Pinacoteca Comunale “F. Podesti” || 24 settembre – 7 novembre 2021 Fra le iniziative organizzate nella ricorrenza del settimo centenario dalla morte di Dante, la Pinacoteca Comunale, la Biblioteca Comunale e il Museo della Città si uniscono. Un’esposizione che rende omaggio al poeta attraverso preziose edizioni della Divina Commedia, una selezione di dipinti ispirati in modo diretto o indiretto ai temi e ai personaggi danteschi e un dipinto contemporaneo di Patrizia Comand. La mostra nasce dalla stretta collaborazione tra le istituzioni culturali, con il desiderio di mettere a disposizione dei visitatori opere abitualmente non accessibili, come i volumi storici della Biblioteca o le opere conservate nei depositi della Pinacoteca. Il titolo dell’esposizione richiama il celebre episodio di Paolo e Francesca, uno dei passaggi più esplicitamente “marchigiani” del poema: il romantico dipinto di Godeardo Bonarelli che presenta i due celebri amanti nella rocca malatestiana di Gradara. La mostra inoltre è l’occasione per ricordare un dipinto importante di Francesco Podesti, raffigurante “La visita di Dante alla bottega di Giotto”, di cui si erano perse le tracce fino ai recenti studi condotti per l’esposizione: il dipinto conosciuto fino ad oggi attraverso alcune incisioni è stato rintracciato in una collezione privata. Un’occasione per scoprire la storia di un’opera inedita del grande pittore anconetano che nell’Ottocento ha dato lustro alla sua città natale. La Pinacoteca è aperta nei seguenti orari: Dal martedì al venerdì 16.00-19.00 / Sabato e domenica 10.00-19.00 Ingresso gratuito contingentato, è consigliata la prenotazione. CONTATTI: museicivici.ancona@gmail.com 071 2225047 (negli orari di apertura) Vi ricordiamo che per accedere ai musei è necessario esibire il #Greenpass insieme a un documento d’identità. Per maggiori informazioni consultare il sito: https://www.dgc.gov.it/web