Sabato 27 maggio ore 18:00 all'Associazione Culturale Galleria Papini, si terrà l'inaugurazione della mostra "Sogno Proibito" di Stefania Simeoni. La presentazione è di Michele Servadio. DESCRZIONE Fin dall’antichità esiste un rapporto quasi inscindibile fra arte e oggettistica; numerosi studi hanno infatti evidenziato come il collezionismo sia nato proprio dalla volontà di conservare e isolare un determinato oggetto dal resto del mondo, in quanto segno e simbolo di un passato che non poteva e non doveva essere dimenticato. Fu proprio grazie a questa passione per l’oggettistica, in particolare per quella antica, che molti studiosi, nel corso del tardo medioevo e della prima età moderna, iniziarono a collezionare oggetti caricandoli di un profondo significato etico e spirituale; per custodirli, crearono degli spazi intimi e privati nei quali poter trascorrere parte del loro tempo meditando e assorbendo il profondo significato delle loro collezioni. Fu così che nacque il concetto di studiolo, proiezione moderna dello scriptorium d’età classica, luogo nel quale gli oggetti, custoditi ed isolati dal mondo esterno, acquistavano una forte connotazione evocativa, capace di creare un ponte tale da superare il tempo e congiungere il presente con il passato. Si pensi allo studiolo di Federico da Montefeltro a Urbino, a quello di Lorenzo il Magnifico a Firenze o a quello di Isabella d’Este a Mantova. In quegli spazi proibiti fatti di arte, silenzio e meditazione, gli oggetti divenivano semiofori, ovvero portatori di un significato in grado di coniugare il visibile con l’invisibile, il mondo materiale con quello spirituale. L’arte di Stefania Simeoni è, in questo senso, profondamente evocativa e simbolica. Seguendo l’esempio di alcuni grandi maestri del Novecento, fra cui Giorgio Morandi e Wayne Thiebaud, l’artista indirizza il proprio estro creativo verso oggetti legati alla quotidianità, i quali vengono però rielaborati, metabolizzati e restituiti all’interno delle sue opere in una forma nuova, […]