Venerdì 30 agosto dalle ore 17:00 alla Mole Vanvitelliana, si terrà un appuntamento de "Festival della Storia 2024 - Tradimenti". PROGRAMMA Auditorium della Mole Ore 17:00 - Tradurre tradire Massimo Raffaeli dialoga con Lucilla Niccolini Ore 18:00 - Bolognina, una svolta epocale Achille Occhetto dialoga con Paolo Marconi Ore 19:00 - Rock e nuova sinistra: breve storia di una lunga contrapposizione Alberto Mario Banti dialoga con Sergio Sparapani Sala Boxe Ore 17:00 - Lenin e leninismo: esercizi di (in)fedeltà Giovanna Cigliano dialoga con Simone Massacesi Ore 18:00 - I rinnegati. Una pagina di storia mediterranea Giovanna Fiume dialoga con Giuseppe Capriotti Ore 19:00 - Il lavoro smarrito Cesare Damiano dialoga con Silvana Amati DESCRIZIONE Tradire significa, seguendo l’etimologia della parola, consegnare al nemico. Per questo è qualcosa che nelle nostre società si accompagna inevitabilmente all’infamia. Nella visione dantesca, il tradimento è il peccato più grave: se ne è macchiato l’angelo ribelle, Lucifero che, precipitato da Dio al centro della Terra, stritola tra le fauci Giuda, Bruto e Cassio. Di tradimenti è piena la nostra vita e la Storia. Ma, come per tutti i concetti, lo slittamento di senso è dietro l’angolo. Perché, ovviamente, l’idea di tradimento è opinabile. Si tradiscono persone e si tradiscono ideali, ma allo stesso tempo veniamo traditi dalle persone e dagli ideali. Il tornaconto personale è spesso utilizzato come spartiacque per condannare il tradimento. Rimane però sempre difficile distinguere il tradimento dal mutamento delle situazioni. Napoleone ha tradito la Rivoluzione francese? O ne è stato il concreto esecutore? Senza Giuda non ci sarebbe stato il cristianesimo. E oggi, chi sono i Giuda con i quali condividiamo gli scossoni della storia? Siamo noi stessi, quando cambiamo prospettiva? Ma adeguarla significa tradirla? La dimensione morale che caratterizza il binomio fedeltà/tradimento non rappresenta, dal punto di vista storico, un […]