Sabato 22 giugno ore 18:00 all'Associazione Culturale Galleria Papini, si terrà l'inaugurazione della mostra "Mater Matuta - L'arte feconda". Il testo critico e la presentazione della mostra sono di Marco Tarsetti. DESCRIZIONE Varcata la soglia della Galleria, ad accoglierci c’è un bosco. È un bosco di totem, che subito cattura lo sguardo: visitando lo studio di Paola, il primo lavoro su cui si sono posati i miei occhi è stato proprio questa foresta di figure colonnari, esili e salde al contempo. Osserviamo dunque con attenzione questo bosco di totem, poiché subito ci introduce ai temi dell’arte di Paola Angeloni: il totem, che è un idolo, è pure un’immagine dell’archetipo, concetto centrale nella sua produzione. Le figure totemiche sono tre: il cavaliere, il monaco e la madre incinta. Sono archetipi antropologici, figure antiche come l’umanità, presenti fin dalle culture più arcaiche, e sono archetipi della produzione stessa di Paola, che di queste figure ha popolato la sua selva di bronzo. La più archetipica tra queste è di certo la madre. La madre totemica si distingue subito dal cavaliere, armato, e dal monaco, incappucciato: la pancia evidente, a voluto contrasto con la lunghezza slanciata della figura, e i seni cascanti ne dichiarano subito la natura generatrice. L’archetipo è il principio superiore che agisce alla base dell’impulso creativo, ciò da cui l’arte ha origine: dunque la maternità è l’archetipo per eccellenza, il cortocircuito concettuale della creazione. Mater Matuta, divinità della mitologia romana, è la dea dell’alba, dunque della nascita e della rinascita, del nuovo che sorge, doppiamente archetipo della maternità e della nascita, generatrice e generato che coincidono in un’unica figura. La Mater è protagonista di questa esposizione: una celebrazione della maternità sia fisica, in quanto tale, che simbolica, in quanto capacità di trasformazione e generazione. La maternità è la creazione stessa, è […]