La Mole Vanvitelliana torna a ospitare dal 10 al 20
febbraio 2022 il festival
art+b=love(?), organizzato e curato da Sineglossa in collaborazione con una rete di partner nazionali.
Tre mostre, quattro talk, due performance – tutte prime assolute – all’insegna di un “Nuovo Rinascimento”: uno spazio di grande sperimentazione in cui l’arte dialoga con gli altri campi del sapere per superare il divario tra tecnologia e umanesimo, contribuendo a promuovere una società più sostenibile, bella e inclusiva.
La quinta edizione del festival, forte di un format fruibile sia dal vivo che online, si sviluppa attorno a tre temi principali: femminismi, cura e biodesign. A fare da fil rouge è la prima retrospettiva internazionale dell’artista e designer Giulia Tomasello, che combina tecnologie e microrganismi per
rompere i tabù sul corpo femminile. Un esempio di come oggi la ricerca artistica possa confrontarsi con gli sviluppi scientifici e tecnologici, per tradursi in impegno concreto sui grandi
temi della contemporaneità.
Questo è il senso in cui questa edizione del festival è concepita come un luogo di attivismo. “Un attivismo che interpretiamo come partecipazione alla costruzione dei prossimi futuri possibili, sia nei contenuti – femminismi, cura e biodesign – sia negli strumenti, ospitando progetti che utilizzano la tecnologia in modo aperto ed inclusivo”, spiega Federico Bomba, direttore artistico di art+b=love(?).
Ed è sempre in questa prospettiva che il festival guarda al New European Bauhaus – movimento lanciato da Ursula Von der Leyen, di cui Sineglossa è official partner, per costruire il New Green Deal Europeo attraverso la contaminazione tra i saperi umanistici e scientifici – come all’orizzonte attuale per ripensare il nostro ecosistema in maniera bella, sostenibile e inclusiva.
Il programma del festival
“Biofilie” è la prima personale internazionale di Giulia Tomasello. I progetti in esposizione mostrano concretamente la
possibilità di superare i confini tra tecnologia e corpo umano, attraverso il potenziale dell’arte che si unisce alla scienza.
Femminismi, Cura e Biodesign sono i mondi, indissolubilmente legati, tra cui si muove, attraverso un approccio
fortemente collaborativo e crossdisciplinare. Coinvolgendo decine di professionisti e professioniste provenienti dalle
nanotecnologie, dall’antropologia medica e dal biohacking, l’artista e designer ha sperimentato la connessione tra il
corpo, altri organismi viventi e wearable technology, fino a sviluppare nuovi tessuti biologici. In questo modo, il
percorso espositivo conduce a una maggiore comprensione dei corpi femminili e a una riflessione critica sul linguaggio
con cui la società li rappresenta.
La mostra inaugura giovedì 10 febbraio alle ore 20, con un confronto tra le diverse e innovative prospettive disciplinari
di Giulia Tomasello, dell’imprenditore rigenerativo Eric Ezechieli e del biologo Roberto Danovaro, con il Patrocinio della
Camera dei Deputati. A seguire, va in scena per la prima volta la performance GTPƏ, con Francesca Gironi e Daniele
Fabris, a cura di Umanesimo Artificiale. Il progetto mira a realizzare una delle prime intelligenze artificiali femministe:
all’algoritmo di intelligenza artificiale GPTƏ vengono dati “in pasto” vari testi su tematiche di genere, per farlo interagire con la sensibilità umana nella co-creazione di un testo poetico. La poesia così generata sarà recitata dal vivo
dall’artista Francesca Gironi insieme a un ensemble di voci artificiali, che il sound engineer Daniele Fabris comporrà in
un soundscape immersivo multicanale.
Gli artisti Claudio COWARTE Carloni, Morden Gore, Giorgio Cingolani, Anita Habluetzel Esposito, Claudio Gaetani e Michele Senesi saranno protagonisti del percorso espositivo Be Your Hero/Educare alla Felicità, che verrà inaugurato dal vivo venerdì 11 febbraio alle 19.30 nella Sala Vanvitelli e online con una piattaforma interattiva.
Trecentocinquanta studenti e studentesse marchigiani tra i 12 e i 14 anni hanno lavorato tra le loro scuole e lo spazio
urbano con sei artisti e artiste, formatori e formatrici, per restituire la loro interpretazione di questi tempi complessi.
La risposta all’incertezza e al senso di impotenza nei confronti di una natura indomabile è la “social catena”: il sostegno
reciproco e la solidarietà tra gli esseri umani, come suggerito dal loro concittadino Giacomo Leopardi nella lirica La
ginestra, a cui la mostra finale si ispira.
Al termine del percorso espositivo, una sezione speciale ospita le opere dell’artista Giacomo Giovannetti, con un ciclo che esplora il tema delle eroine contemporanee attraverso una serie di
archetipi, ideati insieme ad un gruppo di studentesse, per raccontare le life skills utili ad affrontare i nostri tempi.
Pensata per gli spazi de La Mole, “Cellule & Cellular Automata” è un’installazione audiovisiva site-specific che
proietta lo spettatore all’interno di un cellular automaton: un modello matematico usato per descrivere l’evoluzione di
sistemi complessi, anche nel campo della fisica e della biologia. Nell’installazione, pensata per dialogare con la mostra
di Giulia Tomasello, gli atomi si trasformano in bits e 150 metri di led creano un organismo artificiale che interroga lo
spettatore sul confine tra naturale e artificiale, in un mondo sempre più mediato dalla tecnologia digitale.
Nella Sala Polveri spazio ai talk di approfondimento. Venerdì 11 febbraio alle ore 18 il tema sarà “La cultura per una
società della cura” con Franco Lorenzoni – maestro elementare, giornalista e scrittore – a colloquio con Alessia
Tripaldi, co-fondatrice di Sineglossa, scrittrice per Rizzoli e ideatrice del progetto Be Your Hero. Sabato 12 febbraio alle
ore 18 tocca al talk “Donne e rivoluzioni” con tre ospiti che raccontano altrettanti campi di azione del femminismo
contemporaneo: Diletta Huyskes, responsabile del dipartimento Advocacy di Privacy Network, ricercatrice che si
occupa di etica e politica tecnologica, giustizia algoritmica e discriminazioni di genere nel mondo digitale; Marilù
Manta, project manager di cheFare e portavoce dell’European Network for Women Excellence (ENWE), un progetto
impegnato a risolvere il problema del gender gap nei media; Oiza Q. Obasuyi, studiosa di diritti umani, migrazioni e
relazioni internazionali, autrice per The Vision e Internazionale. Chiude il ciclo di incontri domenica 13 febbraio alle 18
la conversazione che approfondisce il processo creativo dietro “Cellule & Cellular Automata” con Filippo Rosati e Ksawery Kirklewski.
Sineglossa è un’organizzazione culturale che produce modelli di sviluppo sostenibile in risposta alle sfide globali
applicando i processi dell’arte contemporanea. Lo facciamo creando ecosistemi complessi che coinvolgono artisti,
università, pubbliche amministrazioni e imprese per generare innovazione. Approccio e risultati sono ciò che
chiamiamo “Nuovo Rinascimento”: attraverso processi di cross-fertilization disegniamo soluzioni belle, sostenibili e
inclusive. Sineglossa è partner ufficiale del New European Bauhaus.
Per consentire una partecipazione più ampia possibile nonostante l’attuale difficoltà degli spostamenti, le
mostre saranno visitabili anche online con due piattaforme costruite appositamente per l’occasione e i talk
saranno fruibili anche in streaming dal sito del festival e sui canali di Italia Che Cambia