CONVIVENZA E INTEGRAZIONE – UNA RIFLESSIONE COMUNE SU QUESTI TEMI DI ESTREMA ATTUALITA’ SI E’ SVOLTA ALLA PRESENZA DI KATHLEEN KENNEDY, ALLA TAVOLA ROTONDA ORGANIZZATA DAL COMUNE MARTEDI’

La sollecitazione per un confronto sui temi dell’incontro tra i popoli e della città solidale è stata offerta dalla visita ad Ancona dell’avvocato e politico Kathleen Kennedy Towsend, primogenita di Bob Kennedy e nipote di John Kennedy, ospite dell’Amministrazione comunale nei giorni scorsi.   Per l’occasione, infatti, il Comune ha tra l’altro organizzato martedì sera nell’auditorium della Polveriera “Castelfidardo” del Parco del Cardeto di Ancona una Tavola rotonda dal titolo: “Convivenza e integrazione”.

Hanno portato il loro saluto all’illustre ospite Valeria Mancinelli, sindaco di Ancona, Raffaele Cannizzaro, prefetto di Ancona, e Sauro Longhi, rettore dell’Università Politecnica delle Marche. All’incontro, introdotto e coordinato da Giancarlo Galeazzi, presidente onorario della Società Filosofica Italiana di Ancona, erano stati invitati: il presidente della Comunità ebraica di Ancona (che non ha potuto partecipare perché impegnato nella celebrazione del Capodanno ebraico), il direttore del Servizio per la pastorale ecumenica e il dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo, e il presidente della Comunità islamica delle Marche.

Nella sua introduzione il prof. Giancarlo Galeazzi ha evidenziato che “convivenza” significa oltre che “vivere con” anche “vivere per”, e che “integrazione” significa oltre che “inserimento”, anche “interazione”; da qui la necessità di caratterizzare i rapporti interculturali e interreligiosi passando dalla “tolleranza” al “rispetto” fino ad arrivare alla “solidarietà”; si tratta, cioè di coltivare la tolleranza non come sopportazione o indifferenza, ma come apertura e accettazione, che comportano il rispetto per tutti e per ciascuno in nome della comune dignità umana.

La prima relazione è stata tenuta da don Valter Pierini, il quale ha evidenziato la specificità e novità del messaggio evangelico, caratterizzato da universalità e da amore, come comprensione e aiuto, prossimità e misericordia che si fondano sul riconoscimento della paternità di Dio e della figliolanza dell’uomo attraverso la creazione prima e la redenzione poi. Proprio il principio di fratellanza è stato rinnovato dal Cristianesimo, per il quale, al di là delle vicissitudini storiche, costituisce il principio fondante, cui ispirarsi per rendere la convivenza veramente umana e la integrazione veramente rispettosa, come non si stanca di ribadire papa Francesco con parole e comportamenti di grande efficacia per tutti.

La seconda testimonianza è stata offerta dal dott. Mohamed Nour Dachan, il quale, sulla base della sua esperienza siriana prima e italiana poi, ha evidenziato che, di contro alle dispute culturali e teologiche, i popoli fanno esperienza della convivenza come cooperazione nella quotidianità: con riferimento all’Italia, questo reclama l’esercizio della cittadinanza sulla base della Carta costituzionale. Il presidente onorario dell’Unione delle Comunità islamiche d’Italia ha messo in luce come l’essere cittadini prescinda dalle appartenenze religiose, le quali trovano espressione sul piano valoriale nelle specifiche comunità confessionali; ne consegue che occorre tanto la fedeltà alle istituzioni quanto la coerenza con le proprie convinzioni, distinguendo il piano civile da quello religioso.

Al termine è intervenuta l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Ancona Emma Capogrossi, la quale ha illustrato il “welfare di comunità” in cui è impegnata l’Amministrazione comunale di Ancona e il programma di “prima e seconda accoglienza” dei migranti ad Ancona; il che conferma come quello della ospitalità sia un carattere peculiare della città.   “Con 2400 anni di Storia alle spalle- ha sottolineato a questo proposito- e una lunga pratica nell’apertura e nello scambio con i Paesi del bacino del Mediterraneo, Ancona non si è mai sottratta ad azioni solidarietà, a partire- in tempi più recenti- dalle popolazioni dei Balcani e dell’Afghanistan.   Oggi un buon livello di integrazione nel capoluogo è possibile perché le politiche in questo settore sono state bene indirizzate e sono state coadiuvate dalle tante organizzazioni che lavorano in questo settore, che ringraziamo vivamente.   Ciò che stiamo facendo è tradurre i valori in cui crediamo in azioni concrete, per realizzare un welfare di comunità che dia risposte ai bisogni delle persone”.

Ha concluso l’incontro l’avv. Kathleen Kennedy Towsend, la quale -con parole tanto essenziali quanto efficaci- ha richiamato la necessità di misurarsi con il pluralismo dell’odierna società e di adoperarsi per un reciproco riconoscimento, che può coniugarsi non con il proselitismo ma con la testimonianza di vita, non con atteggiamenti di esclusione ma con le buone pratiche di convivenza e integrazione. Richiamandosi all’insegnamento di suo padre Robert, la vice presidente della Conferenza Mondiale “Science for Peace” ha concluso che è l’incontro “delle” civiltà e l’incontro “nelle” civiltà l’obiettivo da perseguire non astrattamente, bensì attraverso l’azione di pace delle persone e dei popoli nel momento storico in cui vivono.

All’incontro hanno partecipato alcuni rappresentanti delle associazioni e del volontariato presenti ad Ancona. Un intervento, quello di un operatore dell’Opera di Padre Guido, ha sintetizzato l’interesse per una rinnovata attenzione alle modalità di intervento finalizzato a promuovere stili di inclusione e condivisione nella città.

 

Ultimo aggiornamento

18 Settembre 2015, 08:53

Pubblicazione

18 Settembre 2015, 08:53