VISITA DELLA SCRITTRICE ITALO-ARMENA ANTONIA ARSLAN AD ANCONA

SI RINFORZA L’AMICIZIA CON LA COMUNITA’ EBRAICA E CON LA CITTA’ NEL RICORDO DELLE SOFFERENZE COMUNI DEL GENOCIDIO

Ci sarà anche Ancona d’ora in avanti tra i luoghi cari ad Antonia Arslan, celebre scrittrice italo-armena, studiosa e traduttrice di autori armeni, che è stata ospite ieri pomeriggio della comunità ebraica del capoluogo -tra le più antiche d’Europa- al Teatro delle Muse, insieme al vicepresidente del Tribunale Rabbinico di Milano, Vittorio Robiati Bendaud, docente, saggista e storico. A salutarla davanti ad un ampio pubblico, ieri, insieme alla presidente della Comunità Ebraica, Manuela Russi e all’Arcivescovo Mons. Angelo Spina, il Sindaco Valeria Mancinelli, che ha ascoltato fino in fondo riflessioni e testimonianze della autrice del pluripremiato “La masseria delle allodole”, il romanzo in parte autobiografico che nel 2004 ha svelato al mondo intero la tragica vicenda del genocidio armeno. Una pagina della Storia terribile, fatta di persecuzioni, massacri e diaspore a più riprese che ha non poche affinità con la shoah ebraica. Una occasione, quella di ieri (moderata dal giornalista Cristiano Bendin) che ha avuto il merito di rinsaldare i legami e portare alla luce le affinità tra minoranze perseguitate in periodi non tanto lontani, e tra queste comunità e la città dorica, che riscopre così una parte fondante della propria identità, sempre aperta al dialogo interreligioso e interculturale. Nella mattinata odierna la scrittrice, accompagnato dall’assessore alla Cultura, Paolo Marasca, ha quindi visitato la chiesa di San Gregorio Illuminatore ( o Armeno, già San Bartolomeo) sul colle Guasco, recentemente riaperta dopo un lungo lavoro di restauro, conseguente alle ferite che le ha inflitto il terremoto del 1972. Ad Antonia Arslan, che si è detta colpita dalla città e dalla sua comunità rappresentativa, è stata illustrata da parte dalla curatrice Cristiana Colli, la pregevole mostra fotografica “Terre in movimento” in chiusura presso la chiesa degli Armeni.