Scuola di Filosofia con Giancarlo Galeazzi. Al via venerdi 17 aprile alla facoltà di Economia
Il quesìto posto: l‘obbedienza è una virtù?
Dopo il successo dei primi due Incontri con i Filosofi nell’ambito della rassegna “Le parole della Filosofia”, l’iniziativa curata dal prof. Giancarlo Galeazzi e sposata negli anni dall’Amministrazione comunale, è la volta della “Scuola di Filosofia” di riaprire i battenti. Finalizzata a evidenziare la portata ambivalente di tre virtù, la Scuola è condotta dallo stesso Galeazzi da aprile a giugno alla Facoltà di Economia, gentilmente concessa dall’Università Politica delle Marche. L’iniziativa, oltre che dal Comune, è patrocinata dalla Regione Marche, è promossa dalla Società filosofica italiana, e organizzata dall’Associazione “Ventottozerosei” di Ancona. Obbedienza, coerenza e generosità sono le virtù che saranno prese in considerazione dal noto studioso del personalismo contemporaneo e del pensiero maritainiano, direttore del Festival del pensiero plurale, nel cui ambito la Scuola e la rassegna già citata si collocano.
Il primo incontro si svolgerà DOMANI, venerdì 17 aprile con inizio alle ore 17,30 e sarà dedicato alla “Obbedienza”. E’, questo, un tema su cui negli ultimi cinquant’anni si è sviluppato un vivace dibattito: l’educatore francese Roger Cousinet dedicava un suo libro alla “obbedienza considerata come una virtù”, mentre il priore di Barbiana Lorenzo Milani asseriva che “l’obbedienza non è più una virtù”, suscitando molteplici reazioni polemiche; da allora il tema è stato ripetutamente oggetto di specifiche riflessioni, fino a far dire alla psicologa Silvia Vegetti Finzi che “l’obbedienza torna virtù”, e, più recentemente, a far ribadire al filosofo Umberto Curi che “l’obbedienza è tornata ad essere una virtù”.
In questo contesto -per cui la rassegna è intitolata “Virtù in discussione”- il problema da chiarire è il nesso inevitabile tra obbedienza e disobbedienza, e il rapporto dell’obbedienza con la coscienza e con l’autorità, con la ragione e con la fede.
Su tutto ciò rifletterà Galeazzi, evidenziando come il criterio per valutare l’obbedienza sia da vedere nel rispetto della dignità della persona e, quindi, della sua libertà.
L’ingresso è libero.