Direzione Politiche Sociali
Viale della Vittoria, 39
Dirigente
Claudia Giammarchi
email: claudia.giammarchi@comune.ancona.it
Coordinatrice
Caterina Sabbatini
tel 071 222 2173
email: caterina.sabbatini@comune.ancona.it
Nel corso degli ultimi decenni in Italia, la situazione delle famiglie è stata caratterizzata da profonde modificazioni di ordine sociale e culturale che hanno comportato trasformazioni nei ruoli parentali, nelle modalità di esercizio delle funzioni genitoriali di cura ed educative oltre che nelle relazioni comunicative fra i componenti del contesto familiare. Da un lato si sono manifestate nuove forme di povertà, fragilità sociali ed educative che hanno generato l’emersione di nuovi bisogni sociali, dall’altro il sistema delle Politiche e dei servizi sociali, anche in virtù della riforma attuata dalla L. 328/2000 che prevede il sistema integrato delle prestazioni, ha incrementato gli interventi a sostegno della genitorilaità nelle situazioni in cui essa risulta caratterizzata da maggiore fragilità.
A tal proposito la realizzazione di linee guida di azione innovative nei processi di accompagnamento al potenziale recupero delle competenze parentali nelle situazioni in cui i genitori manifestano condizioni di vulnerabilità rappresentano per i servizi pubblici socio-sanitari-educativi un supporto irrinunciabile all’operatività al fine di focalizzare l’attenzione alla rilevazione delle condizioni di pregiudizio o di rischio psico-fisico e sociale dei minori.
Il quadro normativo internazionale e nazionale sottolinea la priorità della prevenzione dell’allontanamento delle persone di minore età dal proprio ambito familiare e la necessità di attuare interventi precoci di sostegno/potenziamento delle competenze/risorse parentali per preservare il legame genitori-figli, piuttosto che la sola tutela e protezione del minore (in applicazione dell’art. 7 della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo siglata a New York nel 1989 e ratificata nel nostro Paese con L. 176/91).
La Convenzione individua così nel superiore interesse del minore l’orientamento e la regola di tutti gli interventi a sua tutela, “…interpretando come preminente rispetto ai diritti di altri soggetti e come migliore nella prospettiva della valutazione concreta di differenti soluzioni fattuali “(Luigi Spina, Presidente AIMMF, 2013). In questa prospettiva il concetto di responsabilità si colloca oggi, nell’accezione più ampia del termine, come da L. 219/2012, entro la dimensione socio-educativa della relazione fra genitori e figli in cui il riconoscimento di un unico “status” di figlio ha significato sul piano sociale e culturale, oltre che giuridico, la valorizzazione dell’esigenza prioritaria del figlio “di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni”.
A livello procedurale questi principi si traducono in una serie di valutazioni ed adempimenti che portano alla perizia e alla presa in carico integrata fra sociale e sanitario di casi complessi per i quali si rendono necessari interventi di protezione e tutela, quali ad es. interventi di sostegno alla domiciliarità (es. Servizio di educativa Domiciliare), affido e interventi semi-residenziali e residenziali.
Afferiscono all’U.O. TUTELA 0-18 quindi le situazioni con bisogni connessi alla funzione genitoriale che prefigurino una esigenza di tutela e protezione del minore (condizione di “caso complesso” con necessità di integrazione socio-sanitaria-educativa).