Carlo Maratti, marchigiano di nascita ma romano d’elezione e celebrato in vita come il massimo pittore del suo tempo, è una figura centrale della pittura italiana della seconda metà del Seicento. Nel 2025 ricorrerà il IV centenario della sua nascita e, in attesa di queste grandi celebrazioni, nel 2022 ha preso il via la mostra itinerante “Carlo Maratti. Strategie comunicative e promozione della propria opera” che, dopo una prima tappa a Camerano, sbarca ad Ancona per far conoscere al grande pubblico l’opera dell’artista, il modo in cui seppe promuoversi e le importanti influenze che ebbe nella produzione artistica dei secoli successivi, riuscendo nel difficile compito di conciliare le due opposte tendenze artistiche del tempo: il classicismo mediato da Raffaello e la magniloquenza del barocco.
L’esposizione composta da 29 opere autografe tra dipinti, disegni e stampe, intende proprio affrontare per la prima volta questo aspetto non marginale della sua attività, ovvero la capacità di rielaborare i medesimi motivi per soddisfare committenti diversi, riuscendo a dare nuova forma ai contenuti della tradizione iconografica, e diventando oggetto di repliche uscite dalla sua stessa bottega – in qualche modo da lui stesso autorizzate – ed incisioni che hanno favorito la diffusione delle sue immagini.
La tappa anconetana alla Pinacoteca Civica “Francesco Podesti” si arricchisce di un disegno autografo conservato a Osimo, preparatorio per la pala d’altare Madonna con Bambino e Santi che si trova proprio in Pinacoteca e attorno a cui ruota tutta la mostra. È la prima volta che il disegno lascia Osimo per essere messo a confronto con l’opera pittorica a cui ha dato vita: un’occasione unica per osservare dal vero l’accuratezza che Maratti poneva nella preparazione delle tele soprattutto quando, come in questo caso, bisognava ottenere dal committente l’approvazione prima di iniziare a dipingere.
La Madonna con Bambino e Santi è un dipinto fondamentale nel percorso artistico di Maratti: fu realizzata nel 1672 quando l’artista tornò brevemente nelle Marche, sua terra d’origine, dopo aver raggiunto il successo romano e internazionale e rappresenta il raggiungimento definitivo del suo stile e della sua arte, una sapiente composizione che reinterpreta in maniera originale e personale quanto Maratti aveva certamente osservato nelle tele di grandi maestri come Tiziano e Lilli, anche loro presenti sul territorio di Ancona e ora anch’essi conservati in Pinacoteca.
“Questa pala suona forte, sincera, senza affettazione.”- scrive Stefano Zuffi nel suo saggio in catalogo – “Maratti affermava che è più difficile dipingere in panneggi rispetto al nudo: qui, senza dubbio, dimostra la propria abilità nelle abbondanti stoffe che ricoprono i tre santi e la Madonna, con pieghe e spire, decori e colori, ricami e trine di spettacolare efficacia”.
La mostra “Carlo Maratti. Strategie comunicative e promozione della propria opera” vuole raccontare come l’artista diede vita ad un modello organizzativo unico del proprio studio finalizzato alla promozione di se stesso e della sua attività artistica per far conoscere le sue creazioni ad un vasto pubblico di artisti e di appassionati. Repliche delle sue tele di maggior successo venivano eseguite dai collaboratori a lui più vicini, numerose erano le varianti autografe e circolavano stampe di riproduzioni che invogliavano collezionisti e committenti ad acquistare opere già pronte o a commissionarne di nuove.
Tutto ciò dimostra e consolida la centralità del Maratti nella scena dell’arte italiana del secondo Seicento e rappresenta il perfetto avvio delle celebrazioni marattesche.
L’Assessore alla cultura del Comune di Ancona, Paolo Marasca, dichiara: “Con la preziosa mostra di Maratti si delinea la politica culturale dei musei di Ancona. Grandi eventi internazionali, come la recente mostra Cose dall’altro mondo; grandi mostre nazionali, dedicate ai tanti eccellenti marchigiani che hanno contribuito alla storia dell’arte italiana, come nel caso di Maratti; esposizioni continue di artisti del territorio, contemporanei e del Novecento. Tre filoni di eventi che, accanto alla collezione permanente, rendono la Pinacoteca uno dei centri pulsanti della cultura di Ancona e delle Marche, assieme al nostro teatro e alla mole”.