Dichiarazione dell’assessore Paolo Marasca
In merito a quanto dichiarato dal Soprintendente Arch. Gizzi a un quotidiano locale, vanno trattate separatamente due questioni: l’incomprensibile e sconcertante mancanza di rispetto da parte di un rappresentante dello Stato per la carica che ricopre e la superficialità con cui si tratta un tema d’interesse pubblico. Per quanto riguarda il primo punto, è inammissibile che un rappresentante dello Stato faccia illazioni offensive, prive di fondamento e al limite del lecito sulla condotta di una pubblica amministrazione. Questo dato è fondamentale e voglio augurarmi che certe affermazioni siano state riportate in maniera errata da chi lo ha intervistato, dunque da ritrattare immediatamente. Per quanto riguarda il secondo punto è di una superficialità e di una rozzezza davvero imbarazzanti il paragone neo-municipalista fra due o più città fra l’altro estremamente diverse sotto i punti di vista, un po’ come quando da bambini ci si chiedeva se fosse più forte King Kong o Godzilla. Jesi e Ancona sono città che distano meno di quanto distano due capolinea della metropolitana milanese e collaborano in maniera intensa e fruttuosa sul piano culturale. Sono d’altra parte molto diverse e il compito di Ancona è quello di essere la città di un territorio estremamente vasto, il che significa produrre cultura, essere inarrestabile motore di attività, fare ricerca, occuparsi del contemporaneo e nel contempo avere cura del proprio patrimonio. A questo stiamo lavorando e ho avuto anche modo di raccontarlo ad un incontro pubblico cui il Soprintendente non ha partecipato. Nello specifico, le dichiarazioni del Soprintendente arrivano il giorno in cui Ancona è sede della diretta rai nazionale sulla Shoah, il giorno in cui abbiamo iniziato il monitoraggio della segnaletica del Colle Guasco per studiare i nuovi percorsi, pochi giorni dopo l’accordo con la Soprintendenza archeologica per la manutenzione dei siti archeologici, accordo che testimonia come la Soprintendenza possa essere forza costruttiva assieme all’ente locale. Non solo: in primavera finalmente saranno fruibili i capolavori della nostra Pinacoteca grazie alla cura che abbiamo dedicato a un problema lasciato irrisolto, e stiamo lavorando a progetti artistici presso la Mole che permetteranno alla città di ricevere lustro internazionale, dopo aver risolto problemi atavici del nostro teatro e progettato il futuro della musica cittadina. Vorremmo che la soprintendenza partecipasse a tutto questo attivamente e in maniera propositiva e dobbiamo dire che lavoriamo in perfetta sintonia con i suoi funzionari, con molti dei quali c’è un dialogo quasi quotidiano per migliorare la città. Vorremmo che la soprintendenza presentasse alla città la chiesa di San Gregorio ultimata così come promesso da tempo, che togliesse le impalcature alle “birarelle” rimediando a uno scempio che somiglia più a un allestimento d’arte contemporanea che a un angolo di centro storico, che chiarisse le intenzioni circa i finanziamenti che ha sull’Anfiteatro. Invece, non so con che fini, ci si limita ad apparizioni sui mezzi di stampa con dichiarazioni senza capo né coda, vere e proprie chiacchiere da bar che non incidono né sulla tutela del patrimonio cittadino, né sulla sua valorizzazione. L’Architetto Gizzi ha tutta la libertà di esprimere la propria opinione, se qualcuno vuole ascoltarla, ma il Soprintendente Gizzi dovrebbe lavorare assieme alle amministrazioni, che non contatta praticamente mai per fare il punto faccia a faccia sulle singole problematiche. Un atteggiamento che ci preoccupa particolarmente oggi, alla vigilia di importantissime aperture e azioni culturali che riguardano i principali luoghi di cultura cittadini (la Pinacoteca, della quale pure ho parlato personalmente al Soprintendente Gizzi esponendo l’iter dei lavori e del progetto di riapertura, la Mole Vanvitelliana, la Polveriera, il Colle Guasco intero): abbiamo bisogno di affidabilità, di una parola certa, di sapere che una posizione presa resta quella, perché stiamo recuperando alla fruizione di tutti il patrimonio cittadino e non possiamo essere vele sottoposte al vento degli umori altrui. Mi auguro quindi che si torni a un confronto sul merito delle cose da fare, e su come debbano essere fatte, e in che tempi. Tutto il resto conta poco e sono convinto che annoi la maggior parte dei cittadini, che vogliono che ognuno faccia la sua parte, e basta.