Inaugurazione: Sabato 11 Gennaio ore 18.00
Orario mostra: dal giovedì alla domenica 17.30-19.30
Presentazione di Marco Tarsetti
Il tempo è una delle grandi ossessioni del genere umano: indagato e dibattuto da filosofie e religioni, che su di esso si sono interrogate in ogni cultura e latitudine, il tempo è qualcosa di ineffabile e concretissimo, con cui tutti facciamo i conti.
Nasciamo, e così ci inseriamo nel tempo: il tempo esiste come qualcosa che sentiamo ma non vediamo, passa su di noi mentre lo attraversiamo, ci sfugge ma c’è.
Moriamo, e così usciamo dal tempo, che prosegue il suo cammino: noi siamo nel tempo e in esso si inserisce tutto ciò che facciamo.
Come tutte le cose al contempo arcane e quotidiane, il tempo affascina l’arte, che sempre attinge all’ineffabile per dargli forma.
Tempo sospeso: a ben pensarci, questa idea è quanto mai connaturata all’essenza stessa delle arti figurative, che da sempre cercano di sfidare il tempo rappresentando la vita. Non solo la vita: sarebbe quanto mai banale, lo sappiamo, limitare l’arte al semplice “realismo”, alla rappresentazione scarna dell’esistenza.
Il tema del “tempo sospeso” ci porta proprio a lanciare la fantasia e lo sguardo oltre questo limite: le arti dell’immagine, come la pittura e la scultura, da sempre cercano di cogliere, o creare, momenti di significativa sospensione, dove il tempo della rappresentazione, congelata nell’immagine, si espande oltre il limite dell’immagine stessa.
Il tempo sospeso è il momento in cui accade qualcosa, o magari non accade niente, ma in cui comunque si concretizza l’opera d’arte con i suoi racconti e significati.
Il tempo sospeso lo vediamo in tutta l’arte antica: pensiamo ai dipinti di Piero della Francesca, che della sospensione ha fatto una cifra stilistica, alle Madonne, ai santi o alle figure allegoriche, che nei loro gesti congelati ci parlano di segni e simboli che hanno attraversato i secoli fino a noi. Tempo sospeso, appunto.
La modernità ha inventato dei mezzi tecnici estremamente efficaci per sospendere il tempo: se la fotografia, e poi il video, sono strumenti quanto mai efficaci per catturare il tempo della vita e congelare un istante, regalandolo all’eternità, i medium “tradizionali” come la pittura e la scultura non hanno di certo perso per questo la volontà, anzi la necessità, di raccontare e rappresentare ancora il loro tempo.
Dove la fotografia coglie un istante sospendendo il tempo, pittura e scultura lo creano a loro piacimento in un mondo altro.
De Chirico, maestro del tempo sospeso, ce lo fa ben capire: quando il tempo può essere fermato con la fotografia, la pittura semplicemente lo crea. Le sue piazze deserte che si squadernano davanti ai nostri occhi sono atmosferiche ed eterne, moderne e oltre il tempo. Sono il tempo sospeso della modernità.
I temi antichi, arcaici, arcani, come il tempo, dietro l’apparenza di aver detto tutto sono invero gli unici che hanno, ancora e sempre, qualcosa da dire, perché fanno parte della vita, come l’arte.
La mostra che si svolge davanti ai nostri occhi ci testimonia la vivacità e il valore di un tema così ampio, potente, che ancora oggi parla alla fantasia degli artisti: trentacinque artisti e artiste anconetani, soci della Galleria Papini, che tra pittura e scultura qui ci raccontano il loro “tempo sospeso”. Il fascino del tempo resiste sempre, ad ogni epoca, e non può che essere, ovviamente, fuori dal tempo.
Marco Tarsetti
Per info: https://www.galleriapapini.it – galleriapapini@gmail.com