Decreto sicurezza e immigrazione, interviene il sindaco Mancinelli

 


Il sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli, sintetizza in quattro punti la sua posizione sul tema decreto sicurezza e immigrazione

L’applicazione del decreto sicurezza e immigrazione pone un serio problema: costringe in clandestinità coloro che fino a ieri godevano di un sistema di protezione specifico, ovvero la protezione umanitaria. Quest’istituto scompare con il decreto Salvini, e circa 40.000 persone in tutta Italia finiscono in mezzo alla strada, perchè altri diritti di cittadinanza non ne hanno e perchè nessuno è in grado ad oggi di garantire loro  un rapido rimpatrio. Il pericolo di peggiorare la vita di tutti, delle persone destinatarie del decreto e dei cittadini di molti quartieri,  è dunque alto e per questo l’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI), di cui  fanno parte amministrazioni di varia estrazione politica, si sta battendo per cambiare la norma e per trovare con il governo una soluzione sostenibile.  Il Comune di Ancona che, lo ricordo, ha votato un ordine del giorno su questo tema, è totalmente d’accordo con l’ANCI e partecipa alla battaglia dell’Associazione per cambiare la legge.

Nel frattempo la legge è vigente e un sindaco deve gestirne le conseguenze.  Il mio lavoro è anche quello di occuparmi delle persone e per questo provvediamo ai bisogni di tutti, ogni giorno, senza sosta e senza troppi proclami. Lo facciamo sia dialogando con la Regione, che ha la titolarità sull’assistenza sanitaria, sia con le associazioni e gli operatori del nostro territorio, che oggi formano una rete solida e bene organizzata. 

Detto questo chiarisco anche che non ho nessuna intenzione di violare la norma o meglio costringere un funzionario pubblico a farlo. Nessuno mi tiri per la giacca su questo. Perchè  sarebbe costringere un dipendente pubblico a commettere un reato, mentre il politico si limiterebbe a fare la sua battaglia , appunto politica. Ciò è inaccettabile.

Come Sindaco, e come cittadina di questo Paese, devo esprimere il mio forte disappunto per l’utilizzo propagandistico, spesso in tutto lo spettro politico, che si fa di un tema complesso, drammatico, a volte tragico, come quello dell’immigrazione. Se stessimo di più sulla sostanza dei problemi, senza disperdere troppe energie, forse qualche strada migliore la troveremmo.”