Alzheimer, si è concluso il progetto “Resto a casa”
Si è svolto nei giorni scorsi l’incontro conclusivo del progetto sperimentale “Resto a casa” promosso dalla cooperativa “Gea” di Macerata e condotto in collaborazione con il Comune di Ancona, Assessorato Politiche sociale e Sanità.
“Resto a casa”, avviato lo scorso anno, è un servizio rivolto alle famiglie con ammalati di demenze senili e Alzheimer mirato ad alleviare il disagio causato da queste complesse patologie che hanno un pesante impatto sociale, con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita della famiglia e della persona ammalata attraverso una adeguata formazione del caregiver (familiare o chi ha in carico il malato) ed una assistenza domiciliare specializzata e integrata . In generale, il dato più evidente che è emerso in questo anno di attività è la crucialità di porre la famiglia al centro delle cure.
Numerose sono infatti le condizioni fondamentali per permettere alla famiglia di sostenere il grave peso organizzativo ed emotivo che l’Alzheimer porta con sé, tra le quali: – fornire informazioni specifiche sul significato dei comportamenti del loro caro; – aumentare la consapevolezza inerente il decorso della malattia; – dotarla di strumenti conoscitivi utili per fronteggiare criticità quotidiane specifiche; – attribuirle la capacità di determinare la qualità della vita familiare; – garantire un sostegno sociale stabile; – comunicare i servizi attivi sul territorio inerenti la gestione della demenza di Alzheimer. Un caregiver “cosciente” amplifica i benefici della domiciliarità delle cure, garantendo un clima familiare adeguato ed un ambiente supportivo per il malato in modo continuativo. “Restare a casa” -ha commentato l’assessore Emma Capogrossi- tutela la permanenza nel proprio ambiente, circondato da oggetti e persone appartenenti alla propria vita che garantiscono un senso di protezione e sicurezza, e per l’ammalato di Alzheimer questo è essenziale”.
GEA – RelazioneRestoACasa.pdf IN ALLEGATO