Comune di Ancona e Università Politecnica delle Marche in collaborazione per uno studio sulla frana Barducci
L’Amministrazione comunale di Ancona condurrà insieme con l’Università Politecnica delle Marche un programma di ricerca, analisi e monitoraggio della ex frana Barducci e delle aree limitrofe.
Considerando la pericolosità dell’area (classificata come R4, rischio molto elevato) e la necessità di conoscere la modellazione del dissesto, si è infatti ritenuto opportuno migliorare il sistema di monitoraggio tramite l’individuazione dei punti di maggiore interesse per la collocazione della strumentazione e la previsione di approfondimenti sulla correlazione fra le piogge e gli spostamenti attesi, con relativi tempi di ritardo.
Per questo è stata siglata tra i due enti una convenzione che prevede: la condivisione e organizzazione delle informazioni sullo stato della strumentazione già installata; la valutazione della funzionalità e della qualità dei sensori disponibili; la realizzazione di una proposta per il miglioramento e rinnovo degli strumenti e per l’acquisizione e gestione dei dati; l’organizzazione e interpretazione delle misure disponibili, con particolare attenzione ai settori caratterizzati da maggiori spostamenti; una analisi del legame causale e temporale fra i movimenti franosi e gli eventi meteorici; la predisposizione di report periodici; l’attivazione di un laboratorio didattico virtuale permanente per studenti e dottorandi, focalizzato principalmente sulle implicazioni in un contesto urbanizzato. L’impegno economico generale del progetto è di 100 mila euro, ripartito al 50% fra l’Università Politecnica delle Marche e il Comune di Ancona. L’Università impiegherà nel progetto il proprio personale strutturato e il finanziamento del Comune di Ancona (50 mila euro) è stato destinato all’attivazione di un assegno di ricerca biennale aggiudicato all’ingegner Antonio Ferretti che ha già avviato l’esame dei dati di monitoraggio presso la banca dati del Comune. I dati ottenuti saranno sintetizzati in rapporti periodici semestrali e in un rapporto finale al termine della ricerca e resteranno di proprietà congiunta tra il Comune di Ancona e l’Università Politecnica delle Marche.
“Sono passati – ha ricordato il sindaco Valeria Mancinelli – quarant’anni dalla frana. Da molto tempo il Comune di Ancona ha attivato un sistema di monitoraggio ritenuto tra i migliori al mondo. Ora il partenariato con l’Università ci consentirà di analizzare e interpretare i dati in modo sistemico, di costruire scenari, non solo per continuare a convivere con la frana, ma per far vivere meglio un pezzo della nostra città e le persone che abitano lì. Grazie al finanziamento del Comune è previsto anche un assegno di ricerca per un giovane studioso. La collaborazione con l’Università in questa fase è il nostro valore aggiunto: ci permette di modernizzare ulteriormente il sistema di monitoraggio per arrivare a una convivenza sempre più sicura e attiva con il rischio”.
“Quest’anno – spiega il Rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori – ricorrono i 40 anni dalla grande frana, un evento che sconvolse la comunità di Ancona: oltre 3.600 persone (più di mille famiglie) vennero evacuate dall’area colpita dal dissesto. La frana danneggiò case, strade, ferrovie, due ospedali e la Facoltà di Medicina dell’Università di Ancona. La convenzione con il Comune di Ancona che presentiamo oggi consente non solo la condivisione delle informazioni e del monitoraggio costante dell’area, realizzato in questi anni, ma anche un’analisi delle correlazioni tra le differenti variabili critiche, con la possibilità di sviluppare un laboratorio permanente per la nostra Comunità scientifica”.
“L’attenzione – afferma l’assessore Paolo Manarini – che il Comune ha sempre avuto per l’area della frana di Ancona, detta anche frana Barducci, in relazione al suo controllo finalizzato alla sicurezza delle persone e delle infrastrutture presenti all’interno della sua superficie, è dimostrata dall’aver adottato un sistema di monitoraggio e allerta preventivo di cui si è parlato anche a livello internazionale. Addirittura nel febbraio 2013 trenta città europee erano presenti alla sua presentazione, apprezzandone le caratteristiche e le innovazioni in materia di protezione civile su aree interessate da fenomeni franosi. Il partenariato con l’Università ci dà la garanzia per mantenere sempre aggiornato e al passo con i tempi il nostro sistema di early warning. E’ un impegno ulteriore nei confronti della città e degli abitanti della zona della frana, che devono poter usufruire di sistemi complessi costantemente aggiornati non solo per la gestione del rischio, ma anche per sfruttare appieno le potenzialità del territorio in cui vivono. Per raggiungere questo fine è un dovere, oltre che un’opportunità, mettere a sistema tutte le competenze e le conoscenze che si sviluppano sul nostro territorio. E l’attività scientifica l’Università Politecnica delle Marche in questo senso è il nostro primo valore aggiunto”.
L’Università Politecnica delle Marche svolge già attività di ricerca in campi disciplinari che trattano i fenomeni di frana e l’applicazione di sistemi di monitoraggio geotecnico per i versanti instabili. Il Comune di Ancona possiede un sistema di early warning, installato nel 2007 e successivamente implementato, gestito dall’Amministrazione Comunale stessa per il monitoraggio della frana, che è uno dei fenomeni più studiati e meglio monitorati al mondo. Attraverso questo sistema il Comune tiene sotto continuo controllo l’intera area grazie all’integrazione di differenti tecnologie di monitoraggio, superficiali e profonde.
Le attività si svilupperanno nell’arco di due anni. Il responsabile scientifico per la Politecnica è il professor Giuseppe Scarpelli, ordinario di Geotecnica dell’Università Politecnica delle Marche – Dipartimento di Scienze e Ingegneria della Materia dell’Ambiente ed Urbanistica. Il referente della convenzione presso il Comune di Ancona è il dirigente della direzione Lavori pubblici e sport Stefano Capannelli.
“La convenzione fra Comune e Università – afferma il professor Scarpelli – trae origine dalla necessità del Comune di Ancona di stabilire un modello di comportamento della Frana di Ancona sulla base dei dati sperimentali ottenuti dal monitoraggio del fenomeno in corso da lungo tempo. Il rapporto fra la frana e la città, dal 1982 in poi, si è ispirato ad una logica di convivenza, tramite protezione e sicurezza dei beni e della popolazione. Per questo il Comune, dal 2007, ha messo in campo un sistema di osservazione del fenomeno attraverso strumenti sul terreno, nel sottosuolo e sui fabbricati con dati acquisiti con continuità e raccolti in un sistema informativo che costituisce il necessario supporto alle decisioni per le esigenze di sicurezza e di protezione civile (early warning system). Dopo questo lungo periodo di osservazione, il Comune intende superare la logica del monitoraggio ai soli fini di protezione civile, immaginando per la città anche una nuova progettualità sulla frana, a partire dalla ampia base di conoscenza sperimentale acquisita. In questa nuova logica, il Comune finanzia con la convenzione un’attività di studio volta alla rivalutazione dei dati di monitoraggio già disponibili per una verifica del modello interpretativo della frana e per costruire uno schema di analisi computazionale che consenta di includere le osservazioni sperimentali, comprendere le tendenze cinematiche del fenomeno e meglio relazionare gli eventi che innescano i movimenti, quelli meteorici e quelli sismici, con i dati del monitoraggio. In questa ottica le finalità di early warning rappresentano sempre il primo obiettivo del Comune, ma i dati potranno essere utilizzati e interpretati anche attraverso un modello numerico della frana che permetterà di estendere la potenzialità e l’utilità del singolo dato strumentale. Nell’ambito dello studio, l’analisi dei dati potrà evidenziare la necessità di rinnovo o di miglioramento della strumentazione di monitoraggio, verificando, fra l’altro, la possibilità di impiego e di sviluppo di nuove tecnologie basate sull’uso di strumenti a fibre ottiche e di metodi di intelligenza a artificiale”.