Giorno del Ricordo, la commemorazione
A distanza di 75 anni, sempre presente nel cuore di chi l’ ha vissuta e nei loro eredi, è stata commemorata oggi presso la Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche la tragedia delle foibe e dell’esodo degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia. I rappresentanti delle istituzioni si sono dati appuntamento, come di consueto, nell’atrio dell’ex caserma Villarey che ospitò molti degli esuli di allora, davanti alla stele commemorativa e all’allestimento che vede al centro, con il suo forte valore simbolico, la pietra d’Istria.
A rappresentare l’Amministrazione comunale il presidente del consiglio comunale Tommaso Sanna che ha reso omaggio all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, fondata nel 1947, ricordando “le sofferenze vissute dai 350.000 connazionali fuggiti dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia al termine della seconda guerra mondiale e che hanno trovato rifugio in ogni parte del Paese, e anche nel nostro territorio dove hanno trovato accoglienza da parte di molti cittadini e si sono integrati, ma non per tutti è andata così, qualcuno ha patito il peso di resistenze ideologiche da parte di certe forze politiche”. Il presidente Sanna non ha usato mezze misure per condannare “eccidi e atrocità innescati come conseguenza di di ideologie nazionaliste e razziste che sono costate la vita a migliaia di persone di ogni età e ceto sociale” ed ha concluso auspicando “un peso sempre maggiore dell’Unione Europea come garante di pace e stabilità”.
Puntuale e toccante il ricordo di Franco Rismondo, presidente del Comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia che ha sottolineato come gli esuli di allora si trovino a commemorare i tragici fatti dell’immediato dopoguerra italiano da ben prima che venisse istituita (2004) la Giornata del Ricordo, una data che mantiene un significato forte come condanna di violenze ingiustificate e sommarie, a causa delle quali per il solo fatto di essere italiani, moltissime persone, uomini, donne e bambini, sono state catturate e trucidate e le altre costrette a fuggire da quelle terre.
Nel suo accorato resoconto, Rismondo ha ricordato i senatori Gigante e Basso, l’eroico prefetto di Zara, Serrentino, il provveditore agli Studi di Spalato Sogliani e citato i tanti servitori dello Stato barbaramente uccisi dai titini, Stessi toni usati dal delegato dalla presidenza della Regione Marche , Miko Bilò, che ha sottolineato l’importanza di continuare a scuotere le coscienze rispetto al dramma dell’esodo di un popolo, di cittadini innocenti che hanno perso tutto.