Liberato Zambia, un riconoscimento per 20 anni di solidarietà

Dal 2001 al servizio delle comunità più povere dell’Africa, dei bambini sottonutriti, senza dimenticare il proprio territorio e le urgenze legate alla pandemia da Covid 19: l’organizzazione di volontariato anconetana Liberato Zambia compie quest’anno 20 anni e in occasione dell’ anniversario il Sindaco Valeria Mancinelli e l’assessore alle Politiche Sociali e Sanità Emma Capogrossi hanno voluto incontrare i volontari -il presidente dott. Davide Drenaggi e i consiglieri Ricardo Madrid e Claudio Grassini- ringraziarli e consegnare loro una targa in riconoscimento dell’ impegno svolto continuativamente in Africa, in Zambia prevalentemente ma anche in Burundi e Malawi:

“In un periodo così buio in cui si tende a chiudersi in se stessi e ad occuparsi delle problematiche all’interno dei proprio confini- hanno detto le amministratrici- è significativo il fatto che i volontari abbiano continuato e continueranno a spendersi in paesi del mondo dove le condizioni sanitarie sono molto più svantaggiate delle nostre, ai limiti della sopravvivenza”.

I medici e i volontari dell’associazione – ha fatto presente il dott. Drenaggi, esprimendo profonda gratitudine per l’encomio da parte del Comune- sono presenti dal 2001 nel Nord dello Zambia, ai confini con la Repubblica democratica del Congo, con l’obiettivo di migliorare le condizioni sanitarie e sociali della popolazione, in particolare di quella infantile: la prima fase 2001-2008 è stata prettamente di carattere sanitario, con l’invio di macchinari e strumenti dismessi dall’ospedale Umberto; la seconda fase invece è stata concentrata sulla messa a punto di un progetto di prevenzione e lotta alla malnutrizione attraverso la realizzazione di un integratore ad alto valore nutritivo per salvare i bambini afflitti da denutrizione.

“Il lockdown, la mancanza di materie prime e a volte di energia elettrica- ha sottolineato il presidente Drenaggi- ha pesato sulla prosecuzione del progetto ma la speranza è quella di riprendere con regolarità. In questo periodo, stando ai dati OMS, meno di un milione di dosi vaccinali sono state effettuate in Zambia e il tasso di vaccinazione è pari al 5,36%. Solo 3,41 persone su 100 hanno completato il ciclo vaccinale: ad ammalarsi, neanche a dirlo, sono molti operatori sanitari, privi di dispositivi di di protezione”.

In Zambia l’odv dorica ha realizzato in 20 anni molti progetti, quali sei strutture diagnostiche, quattro sale operatorie e cinque laboratori analisi; sono stati inviati macchinari, incubatrici e materiale sanitario e farmacologico; sono state effettuate adozioni a distanza personalizzate di bambini orfani, realizzati micro progetti in scuole rurali e soprattutto -come si diceva- è stato sviluppato lo speciale integratore “Yola-Yoli” con relativa somministrazione e monitoraggio nel tempo sul territorio (9 centri nutrizionali nell’area di Luanshya). Durante la pandemia l’associazione, oltre a finanziare una consistente fornitura di dispositivi di protezione individuale (maschere, guanti, disinfettanti, cateteri) al Likuni Mission Hospital ha partecipato ad una raccolta fondi per implementare le terapie intensive dell’ospedale di Torrette e ha acquistato un elettrocardiografo portatile per le USCA, fondamentale nelle visite a domicilio di pazienti colpiti da Covid 19.

Partner di Liberato Zambia sono Franciscan Missionary Sisters of Assisi- Province of Zambia, Carità senza confini di San Marino, Azienda Ospedali Riuniti di Torrette, Università Politecnica delle Marche e alcuni enti locali.

Per sostenere l’associazione, con donazioni e destinando il 5×1000 tutti i riferimenti sono sul sito www.liberatozambia2001.org