La grande lirica alle Muse e allo Sferisterio

 

Se sono Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini i due grandissimi che faranno brillare la prossima stagione lirica al Teatro delle Muse di Ancona con due tra i capolavori più popolari- Nabucco e Madama Butterfly- la stagione dell’Arena Sferisterio di Macerata ancora in corso è illuminata (senza nulla togliere a Puccini presente con due opere) dalla grande musica di Vincenzo Bellini che con la Norma- il melodramma con cui lo Sferisterio si aprì 60 anni fa alla lirica- non cessa di coinvolgere ed emozionare il pubblico di queste belle serate estive, graziate dall’afa solo ed esclusivamente in questo luogo magico.

La stagione lirica di Ancona, si aprirà venerdì 25 ottobre (replica domenica 27 ottobre) con Nabucco, direttore György Győriványi Ráth, regia Mariano Bauduin, scene e luci Lucio Diana, costumi Stefania Cempini. Il cast include alcuni tra gli artisti più interessanti della nuova generazione di cantanti verdiani: protagonista è il baritono Ernesto Petti che interpreta Nabucco, Abigaille è interpretata da Rebeka Lokar, Zaccaria da Nicola Ulivieri, Ismaele da Alessandro Scotto Di Luzio, Fenena è Irene Savignano. La produzione è un nuovo allestimento della Fondazione Teatro delle Muse. Nella ricorrenza del centenario pucciniano non poteva mancare un titolo del compositore lucchese: la seconda opera in cartellone è infatti Madama Butterfly in scena il 6 dicembre con replica l’ 8 dicembre; direttore è Francesco Angelico, la regia è di Renata Scotto con il riallestimento di Renato Bonajuto e i costumi di Artemio Cabassi. Debutta nel ruolo di Cio-Cio-San di Myrtò Papatanasiou, accanto al baritono Sergio Vitale (Sharpless), al mezzosoprano Manuela Custer (Suzuki) e al tenore emergente Giuseppe Infantino (Pinkerton). Accanto a loro, alcuni giovani artisti formatisi nei più autorevoli centri di perfezionamento marchigiani: l’Accademia d’Arte Lirica di Osimo e l’Accademia Rossiniana del ROF di Pesaro.
La produzione di Madama Butterfly porta la firma di Renata Scotto, che la realizzò alla Fortezza del Priamar di Savona nel 2019. Lo spettacolo del soprano savonese, scomparso lo scorso anno, sarà riprodotto da Renato Bonajuto, che fu suo collaboratore. L’allestimento è del Teatro Coccia di Novara con le scene di Laura Marocchino e i costumi di Artemio Cabassi, in coproduzione con Teatro dell’Opera Giocosa di Savona. Importante questo ritorno del Teatro delle Muse alla formula delle coproduzioni, che almeno dal 2019 non veniva messa in atto (si ricorda in quell’anno una coproduzione con un teatro coreano) e che consente agli artisti di far circolare e di valorizzare le proprie produzioni, altrimenti concluse tra le anguste pareti di un solo teatro, oltre che, naturalmente, di condividere le risorse.
Per gli allestimenti saranno impegnate alcune delle principali istituzioni musicali del territorio: la FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana, l’Orchestra Sinfonica “Gioachino Rossini”, il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”, l’Orchestra Fiati di Ancona.

 

Su tutte le rappresentazioni splende un luna gigante che, in ossequio al più straordinario artista di tutti i tempi del nostro territorio, Giacomo Leopardi, sembra segnare e guidare il destino dei protagonisti, ipnotizzando gli spettatori, catturati dalla musica e dalle passioni che tormentano i protagonisti. Passioni di particolare intensità amplificate da un allestimento volutamente sobrio ed essenziale nel caso di “Norma”, che ne evidenzia la solennità e la sacralità del contesto (il recinto delle sacerdotesse e il bosco dei Galli), dando vita ad una atmosfera che affascina e quasi intimorisce il pubblico.

 

Contribuisce al successo dell’allestimento una triade tutta femminile: la regista milanese Maria Mauti, alla sua prima esperienza con il teatro d’opera; il soprano Roberta Mantegna (Adalgisa) e su tutte e tutti la protagonista, Marta Torbidoni (Norma), giovane soprano marchigiano in vertiginosa ascesa e in perfetta sintonia con il protagonista maschile, Antonio Poli e la direzione d’ orchestra di Fabrizio Maria Carminati, direttore artistico del Teatro Bellini di Catania. Considerato uno dei capolavori assoluti dell’opera romantica, Norma contiene non pochi richiami a personaggi femminili forti e lacerati, come Medea ma anche Antigone, pronta- quest’ultima- al sacrificio pur di non rinnegare la propria visione e le proprie scelte.