Ad Ancona le casette dell’acqua
E’ attivo il nuovo servizio di distribuzione di acqua da bere dalle casette dell’acqua. Il Comune di Ancona ne ha attualmente due, installate in piazza Salvo d’Acquisto e in piazza D’Armi. La prima a essere messa in funzione, a disposizione dei cittadini, è stata quella di piazza Salvo D’Acquisto, nelle scorse ore.
Come preannunciato dunque, l’Amministrazione comunale, dopo aver dato in concessione le aree in seguito a una procedura di evidenza pubblica, rende operativo il servizio finalizzato al contenimento dei consumi di plastica e all’utilizzo di acqua “a chilometro zero”.
L’iniziativa fa parte di un più ampio progetto che si sta avviando proprio in queste settimane: “L’acqua non va per l’insù”, realizzato in collaborazione con Ata Rifiuti Ancona e Viva Servizi e al quale partecipano, nelle diverse fasi, l’associazione 2hands Ancona e la ditta Blupura che si è aggiudicata la fornitura delle casette. L’acqua sarà gratuita per i primi 45 giorni di erogazione, e poi il costo sarà di 6 centesimi al litro, nettamente inferiore ai normali costi dell’acqua in bottiglia.
Il servizio delle casette dell’acqua prevede l’erogazione di acqua pubblica microfiltrata, refrigerata, e, volendo, anche gassata. Questo è un valore aggiunto, perché ad Ancona l’acqua pubblica ha nulla da invidiare a quella delle bottiglie. I dati di Viva Servizi confermano infatti che l’acqua del rubinetto è di ottima qualità e con una dose equilibrata di sali minerali e sostanze disciolte: un’acqua oligominerale perfettamente nel rispetto delle norme.
Accanto alle casette, dunque, il progetto riscopre e valorizza, in primis, le fontanelle pubbliche, che da sempre sono una presenza silenziosa, che accompagna giochi, racconti, ritrovi, passeggiate, memorie, di cittadini e turisti.
A questa prima fase del progetto ne seguirà in breve tempo una seconda, che, coinvolgendo anche una rete di esercizi privati, promuoverà l’uso di contenitori riciclabili e riutilizzabili, a partire da una mappatura che mette in rete le fontanelle, le casette e gli esercizi commerciali in cui bere acqua pubblica e riempire la propria borraccia.
E il progetto prevede anche la fornitura di una borraccia termica, griffata “L’acqua non va per l’insù”: il contenitore perfetto per smettere di usare bottigliette di plastica. Ne sono state realizzate 1.000 e saranno messe a disposizione dei cittadini che ne faranno richiesta, presso gli operatori della Baia di Portonovo. In cambio, ai cittadini si chiede di lasciare una propria memoria, un ricordo, un detto o una storia su una delle tante fontanelle della città, che andrà ad arricchire il “diario dell’acqua” della città. La borraccia potrà essere riempita nelle fontanelle pubbliche o nella rete dei locali aderenti, gratis da rubinetto e a costi molto contenuti in caso di acqua proveniente dagli erogatori. Basta lo smartphone per trovare il punto d’acqua più vicino. In questo modo si potrà scoprire la città percorrendo le vie dell’acqua, a beneficio dell’ambiente.
La mappatura delle fontane del Comune di Ancona è stata curata da 2hands Ancona, che tramite la sua campagna 2drink svolge il censimento sullo stato del funzionamento e dell’aspetto estetico, distribuisce ai cittadini i Qr code da scannerizzare relativi alla mappa e sensibilizza sugli impatti che la plastica ha sull’ambiente e sull’essere umano.
I lavori di restauro delle fontane vengono gestiti con la collaborazione di Viva Servizi e Anconambiente.
In termini ambientali si calcola che su una base di 450 mila litri di prelievo annuo il risparmio di plastica, e quindi di rifiuti plastici, si può attestare attorno alle 10,5 tonnellate, con una relativa minore produzione di CO2 pari a 42 tonnellate/anno, che può essere ulteriormente abbattuta grazie alla filiera corta dal punto di vista dei trasporti. Le abitudini moderne, infatti, hanno condotto all’abuso dei contenitori usa e getta, in particolare delle bottiglie di plastica, ma – fa notare ATA Rifiuti Ancona – solo una bottiglia di plastica usa e getta su cinque viene riciclata, mentre le altre impiegano tra i 400 e i 1000 anni per decomporsi.