Approvato dal Consiglio comunale il regolamento dei beni comuni e dei patti di collaborazione
E’ stato approvato oggi dal consiglio comunale il regolamento dei beni comuni e dei patti di collaborazione. Tre i presupposti del regolamento, illustrato dall’assessore a Cultura, Turismo e Politiche giovanili Paolo Marasca: il principio di sussidiarietà, la recente riforma del codice di terzo settore, che inserisce modalità di relazione tra enti pubblici e terzo settore di collaborazione, e l’esperienza maturata negli ultimi anni nel territorio comunale, attraverso progetti che hanno coinvolto e aumentato il grado di partecipazione e di collaborazione tra diversi soggetti.
Il regolamento non introduce norme o limiti, non regolamenta cioè qualcosa che esiste- è stato chiarito in consiglio- ma introduce uno strumento che prima non esisteva e lo mette a disposizione della città: i patti di collaborazione, un accordo tra cittadini ed ente pubblico che riguarda la cura, la rigenerazione, la trasformazione e la gestione di beni comuni, cioè di beni la cui fruizione pubblica migliora la qualità della vita individuale e collettiva. I principi che guidano i patti di collaborazione sono la fruizione pubblica, cioè il ruolo comunitario di un bene, l’attivismo e la responsabilità dei cittadini che non sono perciò semplici fruitore di un servizio, ma parte attiva.
L “abbinamento” regolamento + patto di collaborazione inserisce pertanto una possibilità, e non una restrizione: la possibilità di occuparsi assieme dei beni comuni materiali e immateriali, utilizzando un accordo per così dire facilitato che è il patto di collaborazione.
Sul piano tecnico operativo, si tratta di uno strumento di semplice utilizzo – ha spiegato ancora l’assessore-, che si può utilizzare in una pluralità di occasioni nelle quali, in precedenza, l’ente si trovava in empasse nonostante la volontà di collaborare con i cittadini su un determinato bene. Rispetto ai consigli territoriali, ad esempio, il patto di collaborazione si colloca come uno degli strumenti più interessanti che i consigli possono avere a disposizione per dialogare sia con il quartiere sia con l’ente.
Infine, nell’organizzazione interna dell’ente, il patto di collaborazione si inserisce come uno strumento trasversale, che può essere utilizzato dai vari servizi e dai vari settori del Comune, che possono emanare avvisi specifici o accogliere proposte dai cittadini attivi.
“Abbiamo fatto esperienza e siamo in grado di rispondere a una domanda di partecipazione sui beni comuni sempre più diffusa”– ha commentato l’assessore Marasca-. “Sono molto orgoglioso di aver presentato al Consiglio questo regolamento, perché introduce uno strumento eccezionale per una città sempre più democratica e al passo con i tempi. Si legge anche il filo che parte dal piano strategico, partecipato, e arriva a questo regolamento, a conferma di una città sempre più impegnata e attenta alla democrazia”.
I Comuni che hanno approvato un regolamento come questo del Comune di Ancona sono, oggi, più di duecento, e utilizzano un modello che è proposto agli enti pubblici da Labsus, una piattaforma che si occupa di amministrazione condivisa e di pratiche di solidarietà.