Omaggio al filosofo Franco Cassano
La scomparsa del filosofo originario di Ancona
FRANCO CASSANO O DEL PENSIERO MERIDIANO
di Giancarlo Galeazzi
Anconetano di nascita (era nato nella Dorica il 3 dicembre 1943) e barese di adozione (dal 1981 fu all’Università di Bari come docente prima di Filosofia del diritto poi di Sociologia dei processi culturali, infine emerito), Franco Cassano è deceduto nel capoluogo pugliese il 23 febbraio 2021 dopo una vita dedicata non solo all’impegno accademico, ma anche a quello politico (è stato deputato per una legislatura) e sociale (ha suscitato dibattiti soprattutto sulla questione meridionale), rivelandosi intellettuale indipendente e influente. Nel trigesimo della morte, lo vogliamo ricordare in particolare per il suo “pensiero meridiano”, così s’intitola un suo libro del 1996 (edito da Laterza), che pone una questione, quella meridionale, affrontata però non nella tradizionale chiave “meridionalista”, bensì in una inedita ottica “mediterranea”, come ha chiarito in altri suoi libri (pubblicati sempre da Laterza): Mal di Levante (1997), Paeninsula. L’Italia da ritrovare (1998) e Tre modi di vedere il Sud (2009), nonché i volumi: Modernizzare stanca. Perdere tempo, guadagnare tempo (Il Mulino, 2001), Lo sguardo italiano. Rappresentare il Mediterraneo (Mesogea 2000, con Vincenzo Consolo) e L’alternativa mediterranea (Feltrinelli 2007 con Danilo Zolo).
Dunque, più che un “pensatore meridionale”, come a volte è stato etichettato, Franco Cassano è stato un “pensatore mediterraneo”, in quanto ha rivendicato per il Sud il ruolo di “soggetto di pensiero” e per i “Sud del mondo” l’emancipazione da valutazioni precostituite, che li confinano nella cornice dell’arretratezza, per promuovere una visione autonoma, tale da non indulgere all’autoassoluzione, ma esplicitando i contributi originali che la prospettiva meridionale può apportare ad una ridefinizione dei modelli economici e politici dominanti. A cominciare da un riequilibrio del processo di integrazione europea, tale da contemplare il contributo portato in dote dai popoli affacciati sul Mediterraneo o ad esso collegati. Infatti, il Mediterraneo “mare tra le terre” è considerato da Cassano un valido modello storico di rapporto con l’Altro, segnato da feconda contaminazione delle differenze. Proprio su questa base, indicherei due ordini di ragioni perché Ancona debba misurarsi con la “filosofia meridiana” di Franco Cassano.
In primo luogo, una ragione “geopolitica”, dal momento che il Mediterraneo sta scoprendo una nuova centralità, che lo porta a configurarsi “arcipelago europeo”, non “appendice” bensì “cuore” dell’Europa, non parte più o meno sopportata bensì parte integrante (ineliminabile e insostituibile) dell’Europa, in particolare perché “il Mediterraneo sottolinea il valore della pluralità”, come ha scritto Franco Cassano, per il quale “il primo comandamento mediterraneo è tradurre le tradizioni, far sì che gli uomini diventino amici non nonostante le differenze ma anche grazie ad esse”. Si va così configurando un nuovo Mediterraneo: non “possesso” di qualcuno (mare nostrum) né coacervo ingestibile bensì unità delle differenze, non semplicemente collegata all’Europa, ma parte costitutiva e originaria dell’Europa, non confine invalicabile ma frontiera che impegna incessantemente a rinnovare le relazioni e gli equilibri.
In secondo luogo, una ragione solo apparentemente “anagrafica”, vale a dire il fatto che Franco Cassano è nato ad Ancona, è uno dei pochi filosofi nati ad Ancona: li si può contare sulle dita della mano: tra quelli scomparsi ricordiamo Umberto Antonio Padovani, filosofo della religione all’Università di Padova, Bruno Leoni filosofo del diritto all’Università di Pavia, e Roberto Papini filosofo della politica all’Università di Trieste, e tra i viventi segnaliamo almeno: Carlo Menghi, filosofo del diritto all’Università di Macerata, Marco Paolinelli, storico della filosofia all’Università Cattolica di Milano, e Sandro Spinsanti, bioeticista all’Università di Firenze. Ebbene, di fronte a un così ristretto numero di filosofi originari di Ancona, sarebbe bene che la città natale li ricordasse adeguatamente in ottica culturale.
Pertanto ci si augura che nei confronti di Franco Cassano Ancona non ceda al peccato di omissione, tanto più che il “pensiero meridiano” di Cassano potrebbe fornire sollecitanti input per una rinnovata riflessione sulla identità di Ancona, sulla sua vocazione: orientale (che condivide con Venezia e Trieste) e mediterranea (che condivide con Bari e Brindisi), ma che Ancona è chiamata a condividere in modo proprio, originale, nel senso che l’Adriatico come “mare corridoio” o “golfo mediterraneo” è, sì, riferimento obbligato per Ancona, ma da coniugare in una prospettiva aperta alla “cultura mediterranea”, di cui la Dorica deve sentirsi partecipe e farsi promotrice. Questo atteggiamento può essere favorito proprio dal “pensiero mediterraneo” di Franco Cassano. Dobbiamo essergliene grati, con una gratitudine che si traduca in una adeguata iniziativa culturale, che permetta alla città di conoscerlo o di conoscerlo meglio. Per ricordarlo degnamente, si potrebbe prendere spunto dal suo pensiero per proseguire la riflessione sulla identità di Ancona, una riflessione rinnovata recentemente in occasione del concorso di “capitale italiana della cultura 2022”.
*Presidente onorario della Società Filosofica Italiana di Ancona