Ad Asli Erdogan, giornalista e scrittrice turca, premio AdMed 2017
Al Festival Adriatico Mediterraneo di Ancona, in corso in questi giorni nel capoluogo, ha ricevuto dalle mani del sindaco Valeria Mancinelli- che le ha espresso tutta la sua stima e vicinanza – il ” Premio 2017 per il suo impegno per la libertà di parola e i diritti civili in Turchia”. Lei è la cinquantenne Asli Erdogan, giornalista e scrittrice turca e sta pagando di persona il suo impegno di intellettuale e attivista per i diritti umani. Un incontro pubblico, quello di Anconam alla Loggia dei Mercanti, presentato dal Garante regionale per i diritti dell’infanzia e l’adolescenza, Andrea Nobili e condotto dal giornalista di Repubblica, Marco Ansaldo, durante il quale la scrittrice con un filo di voce ha risposto alle tante domande sulla situazione politica in Turchia, sull’esperienza del carcere recentemente vissuta (oltre 4 mesi) e che l’ha duramente provata e sulle prospettive per il suo Paese in uno scenraio internazionale. Nativa di Istanbul, Asli Erdogan è una delle voci più importanti della letteratura turca: autrice di romanzi, articoli, racconti e poesie, è tradotta in oltre dieci lingue. Da tempo sostenitrice della causa curda, è stata incarcerata, come decine di intellettuali e giornalisti, dopo il tentato golpe in Turchia del luglio 2016 e liberata nel dicembre scorso. Solo a giugno le è stato revocato il divieto di viaggiare all’estero. A breve si terrà a Istanbul una nuova udienza del processo che la vede accusata di appartenere a una “organizzazione terrorista” a causa di alcuni suoi articoli critici verso le autorità turche su un giornale pro curdo. Rischia il carcere a vita. “La privazione della libertà – ha raccontato al giornalista Marco Ansaldo – ti succhia l’anima, ti prosciuga. Per me l’arresto è stato uno shock. Come scrittore mi stanno uccidendo. La notte non dormo: aspetto ancora che arrivi la polizia. Di giorno fatico a organizzarmi. Devo pensare a rimanere viva. Non so nemmeno se l’anno prossimo lo sarò. Io prendo la letteratura molto seriamente, e per me l’atto di scrivere necessita di concentrazione. In cella non avevo un tavolo, mi mancavano le cose, casa mia, perciò è stata molto dura e lo è ancora adesso”. Da quando il passaporto le è stato restituito la Erdogan – che in Italia ha visto pubblicato solo due dei suoi libri- ha cominciato a viaggiare e a ritirare i numerosi premi assegnati durante il periodo della prigionia : prima in Francia dove è stata ricevuta dal Presidente Emmanuel Macron, poi in Germania dove ha preso l’Erich Maria Remarque e partecipato alla Fiera del libro di Francoforte. Ora in Italia, dove spera di trovare conforto e soprattutto la forza necessaria per tornare a scrivere. Dalle Autorità locali ha ricevuto messaggi di incoraggiamento e promesse di sostegno, attraverso i canali istituzionali percorribili.