RaccontAncona – La Dorica e il mare
Appuntamento il 3 settembre prossimo con la Festa del Mare, tradizionale manifestazione che suggella lo stretto rapporto tra Ancona e il suo mare. Un legame storico che più volte è stato oggetto di numerosi articoli pubblicati sulla rivista del Comune di Ancona.
Così avviene anche nel lontano 1958, ben 61 anni fa.
Rispolverando gli archivi storici dell’Amministrazione, spunta un bell’articolo di Mario Pancioni, già giornalista de Il Resto del Carlino, redazione di Ancona, redatto proprio in quell’anno e pubblicato sul giornale comunale.
Il porto di Ancona alla fine dell’800
Nelle “Tradizioni marinare della Dorica” Pancioni racconta di come, alla fine degli anni ’50 Ancona abbia “raggiunto con il suo sviluppo edilizio l’altra riviera della sua penisola a gomito ed ha riacquistato in pieno la sua tipica fisionomia marinara: vista dall’alto, sembra una nave che scivoli per il varo dalle pendici del Conero. Le prerogative della sua posizione geografica, lucidamente esposte dal discorso del valoroso garibaldino, (qui si fa riferimento al discorso di Augusto Elia nell’aprile 1873 alla Giunta parlamentare per la difesa del nuovo Stato che aveva privato Ancona dell’arsenale e dei comandi marittimi) hanno fatto cadere su di lei la scelta per la nuova sede del comando del Dipartimento marittimo dell’Adriatico” trasferendolo così da Venezia al Conero.
Dice ancora Pancioni…”la sorte di Ancona è stabilmente vincolata al suo mare. Quando questo legame si è allentato, le conseguenze sono state negative”.
Parte così un racconto dai Piceni fino ai giorni nostri nel quale scopriamo come “Traiano fu venerato nel Medioevo dagli anconitani come una specie di santo protettore laico in memoria del rifacimento del porto eseguito per sua volontà ed i capitani delle navi che approdavano dovevano pagare un tributo per la manutenzione dell’arco eretto in suo onore dal Senato e dal Popolo Anconetano (Giangiacomi sostiene che il cavaliere nello stemma di Ancona raffiguri il valoroso imperatore)”.
Ancona e il suo mare, certo, ma anche la sua cantieristica. Già allora la città era rinomata per le costruzioni navali, tant’è che v’era un tipo di galea denominata appunto “anconitana”.
Lasciandosi alle spalle il Medioevo, Ancona diviene repubblica marinara con una forte connotazione legislativa grazie ai suoi “Statuti del mare”; nel 1464 nel suo porto si radunano le forze navali cristiane prossime alla partenza della Crociata e quando è sotto il dominio dello Stato della Chiesa diviene il principale porto mercantile e militare dell’Adriatico.
Il molo Nord del Porto di Ancona, 1957
Pio IX nel 1857 benedice il risorto cantiere navale ma poi, guerre e battaglie si incrociano con la storia della Dorica, fino al 10 giugno 1918 “quando nel nostro porto – scrive Pancioni – donde era uscito la sera precedente tornò il mas di Luigi Rizzo reduce dall’affondamento della ‘Santo Stefano’ ”.
Il 10 giugno 1958 davanti alla nuova sede della Capitaneria sarà scoperta una lapide dedicata all’impresa di Rizzo a Premuda contro gli astro-ungarici e ciò accade a circa due anni di distanza dal trasferimento dell’Ammiragliato da Venezia ad Ancona “…ed è indubbio tuttavia che meritano di essere sottolineati i fattori morali per cui Ancona può ospitare con adeguato prestigio il Comandante in capo dell’Adriatico, le cui insegne hanno sventolato per quasi novant’anni sulla Serenissima” spiega infine Pancioni.
Venendo ad oggi: il Comando in capo del dipartimento militare marittimo dell’Adriatico è stato soppresso nel giugno 2013 e le relative funzioni ripartite tra il Comando in capo del Dipartimento militare marittimo dell’Alto Tirreno e il Comando in capo dei Dipartimento militare marittimo dello Ionio e del Canale d’Otranto. Il comando logistico è passato sotto La Spezia, mentre il litorale dall’Abruzzo fino alla Puglia è passato sotto la giurisdizione del Comando di Taranto. Ad Ancona sede del dipartimento militare marittimo dell’Adriatico è rimasto il Comando scuole della Marina Militare, con migliaia di giovani che ogni anno raggiungono da tutta Italia la nostra città.