Monitoraggio inquinamento, l’impegno del Comune

La qualità dell’aria e la tutela della salute dei cittadini sono tra le questioni che l’Amministrazione comunale persegue costantemente, in stretta sinergia con i Comuni appartenenti alla stessa area ed in un rapporto interlocutorio sempre attivo e di stimolo con la Regione Marche e con le istituzioni chiamate a incidere in questo ambito.
A questo proposito, è stato approvato nei giorni scorsi dalla giunta comunale di Ancona- che lo ha rinviato al consiglio per l’adozione definitiva- – il “Piano di sorveglianza Epidemiologica e Sanitaria sulla popolazione residente nella zona “AERCA” della Provincia di Ancona”, un atto importante a tutela dell’ambiente e della salute, che interessa un’area di 9 Comuni: Ancona, Agugliano, Falconara M.ma, Chiaravalle, Montemarciano, Camerata Picena, Monte San Vito, Jesi, Monsano. Questa zona è caratterizzata da elevato rischio di crisi ambientale per molteplici ragioni, in particolare concentrate nel territorio del Comune di Falconara che si è fatto coordinatore dal 2014 di una serie di iniziative finalizzate all’avvio di un servizio di sorveglianza sanitaria con il coinvolgimento di tutti i comuni limitrofi.
Il Comune di Ancona ha immediatamente aderito al progetto tramite il proprio Assessorato all’Igiene e Sanità e Promozione della Salute, in quanto Comune capoluogo di Regione facente parte dell’Area A.E.R.C.A, partecipando ad incontri formativi e ai tavoli di lavoro cui sono intervenuti i rappresentanti dei Comuni dell’area AERCA, dell’Agenzia Regionale Sanitaria, dell’ASUR Marche Area Vasta n.2 e del Dipartimento provinciale di Ancona dell’ARPAM. Obiettivo dei lavori: produrre l’avvio del Piano e formalizzare un invito al Presidente della Regione Marche -in qualità di Assessore alla Salute- a calendarizzare un Accordo di Programma da approvare nei rispettivi Consigli ed Organi di governo.

A seguito di tali iniziative di sensibilizzazione dei Comuni interessati, la Regione Marche ha recepito e sostenuto l’approvazione del Piano di sorveglianza epidemiologica e sanitaria invitando i singoli Comuni ad approvarlo.
Come emerso dai tavoli di lavoro, risultati più efficaci potranno essere ottenuti attraverso l’utilizzo di dati provenienti da una molteplicità di strumenti operativi e dalle banche dati esistenti e pertanto è necessario proseguire nell’impegno dei Comuni e delle istituzioni per favorire l’accesso ai dati.

Nel frattempo- con atto del Consiglio Comunale di Ancona- è stata approvata la mozione sul monitoraggio della qualità dell’aria in base al quale si impegnava il Sindaco e la Giunta ad avviare un tavolo di confronto con la Regione Marche per chiedere la riattivazione delle 4 centraline di monitoraggio della qualità dell’aria attualmente non funzionanti già ubicate in zona Porto, p.zza Roma, via Conca via Bocconi, dando atto che l’unica funzionante rimane quella ubicata in zona residenziale al Parco della Cittadella.
“Unica funzionante, è vero- chiarisce il Sindaco Valeria Mancinelli- ma tuttora assolutamente a norma e in grado rilevare i parametri che è chiamata a registrare. La posizione in cui è ubicata, equidistante dalle fonti delle emissioni dei gas nocivi, consente una corretta rilevazione della presenza degli stessi, cosa che non sarebbe possibile presso una postazione dove è presente una elevata concentrazione di elementi inquinanti. Non per questo non si sta cercando una soluzione con la Regione Marche, al fine di potenziare la rete di monitoraggio permanente della qualità dell’aria ad Ancona”

“Il “Piano di sorveglianza Epidemiologica e Sanitaria, una volta approvato dai consigli comunali e divenuto operativo -sottolinea l’assessore alla Sanità, Emma Capogrossi- avrà un ruolo importante. Avrà il compito di descrivere gli effetti sulla salute potenzialmente attribuibili anche all’inquinamento ambientale nell’area dei 9 comuni interessati e avrà la funzione di promuovere ogni iniziativa utile a migliorare e completare nel proprio Comune le indagini sulla qualità dell’aria. Lo sviluppo di un Sistema di Sorveglianza Epidemiologica si propone, attraverso l’integrazione dei dati demografici, ambientali e sanitari raccolti, di produrre un sistema coordinato e dinamico per controllare gli effetti avversi sulla salute legati all’interazione tra la popolazione e l’ambiente in cui essa vive” .

Ma che cosa è un sistema di sorveglianza?

Secondo la definizione dei Centri di Controllo delle Malattie degli Stati Uniti (CDC) del 1988, un sistema di sorveglianza è “un sistema di raccolta sistematica, di analisi e interpretazione dei dati relativi alla salute, essenziali alla pianificazione, implementazione e valutazione della pratica di salute pubblica, strettamente integrato con la tempestiva diffusione di questi dati agli individui o alle istituzioni competenti”. Ha quindi come scopo sostanziale la raccolta, analisi e diffusione di dati. Il concetto di sorveglianza come monitoraggio di malattia o fattori di rischio sulla popolazione, è differente dalla singola osservazione di individui potenzialmente esposti ad un agente infettivo o tossico. La sorveglianza sanitaria, infatti, è condotta per rilevare sintomi precoci e istituire prontamente delle misure di controllo. Gli obiettivi di una sorveglianza di salute pubblica sono: – identificare o confermare l´esistenza di un problema di salute pubblica; – definire gli aspetti del problema (sanitari, sociali); – identificare e definire la popolazione su cui intervenire (con la sorveglianza) e fare attività di prevenzione; – valutare l´efficacia dei programmi di intervento e prevenzione.

Gli enti coinvolti nel sistema di sorveglianza

Nel sistema di sorveglianza della zona AERCA sono coinvolte, direttamente per la definizione e l’implementazione del progetto ed indirettamente per la produzione e la raccolta dei dati funzionali alla sua realizzazione, i seguenti Enti/Istituti/Strutture: – ARPAM e ARPAM-Osservatorio Epidemiologico Ambientale (ARPAM, ARPAMOEA); – Osservatorio Epidemiologico Aziendale Area Vasta 2 (ASUR Marche); – Osservatorio Epidemiologico Regionale (ARS Marche); – Medici di Medicina Generale (MMG) e Pediatri di libera scelta (PLS); – Enti Locali (Regione Marche, Provincia di Ancona, Comuni della zona AERCA); – Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL); – Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS). E’ infine ipotizzabile il coinvolgimento dell’Università Politecnica delle Marche (Dipartimento di Scienze Biomediche e Sanità Pubblica – Sezione di Igiene ) e dell’Istituto Superiore di Sanità (Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria) per consulenza tecnico-scientifica al sistema.