Obiettivo Zambia, una mostra fotografica
La Mostra, patrocinata dal Comune di Ancona, si svolge al Palazzo del Rettorato Piano terra – Piazza Roma, 22, fino al 06.6 2016, dalle ore 17 alle ore 20 (chiuso il lunedì). fino al 5 giugno, nasce da un gruppo di volontari al rientro da uno straordinario viaggio “solidale” organizzato da Liberato Zambia 2001 per far conoscere direttamente i progetti di cooperazione, i partners, le comunità, i contesti sociali, l’ambiente di vita, le problematiche di una parte significativa dell’Africa australe – la Provincia del Copperbelt in Zambia – dove l’associazione opera ormai da oltre 15 anni.
Il gruppo sente il desiderio di comunicare ciò che ha vissuto, intensamente, nei villaggi, negli incontri con centinaia di bambini, negli scambi con gli operatori impegnati nei progetti di assistenza e solidarietà, nel contesto di un paesaggio di struggente bellezza e di cruda sopravvivenza. I volontari sentono il bisogno cioè di comunicare e condividere il dono che a loro volta hanno ricevuto dall’Africa.
Seguono decine di scatti che ritraggono il clima di accoglienza e la gioia dell’incontro con i bambini nei Centri Nutrizionali di Luanshya, dove grazie ai progetti di associazioni come Liberato Zambia e Carità senza Confini di San Marino e soprattutto grazie all’impegno delle suore Missionarie Francescane di Assisi, è stata creata una rete di protezione per il controllo e la lotta alla malnutrizione infantile.
I soggetti principali della mostra sono dunque i bambini, i loro volti, le loro espressioni, sullo sfondo dell’attività delle infermiere che visitano i piccoli e – nel caso di problematiche nutrizionali gravi- somministrano in regime terapeutico l’Integratore Alimentare prodotto in un laboratorio poco distante dalla sede dei Centri Nutrizionali.
Ovviamente ogni Mostra ha le sue peculiarità ed è diversa dall’altra. Nel caso di “Obiettivo Zambia” gli autori sono andati oltre l’iconografia di un continente che propone soggetti omologati a immagini di volti, tramonti, cascate mozzafiato, sguardi, angoli di degrado, colori contrastanti, ai quali ormai siamo assuefatti, per suggerire contenuti e valori da ricercare, prima di tutto, attraverso una relazione intima con se stessi, con la propria idea di Africa – Terra Madre -.
Lo Zambia è un paese immenso, nel cuore dell’Africa australe, con una superficie estesa almeno 3 volte l’Italia e una popolazione giovanissima, a causa di un’aspettativa di vita molto bassa e di intere comunità di orfani dell’AIDS. E’ un paese con un reddito medio pro capite molto basso ma dalle grandi potenzialità. Ricco di umanità, straripante di vita, in tutte le forme conosciute, aperto alla speranza. Le foto della Mostra ritraggono in modo particolare momenti di vita nella Provincia del Copperbelt, nel Nord del paese, al confine con la Repubblica Democratica del Congo. In quel territorio l’Associazione Liberato Zambia 2001 con la collaborazione dell’associazione Carità senza Confini di San Marino, sostiene alcuni progetti di solidarietà e di sviluppo, con Adozioni a distanza e un programma integrato di controllo e contrasto alla malnutrizione infantile (progetto “GRAND – Growth And Nutrition Development) e un laboratorio per la produzione di un Integratore Alimentare ad alto valore nutrizionale (progetto “YoLa – YoLi – Your Land is Your Life ”) somministrato in regime terapeutico ai bambini sotto i 5 anni in modo da sottrarli al circolo vizioso della fame e della denutrizione. Tutto ruota attorno ad 11 Centri Nutrizionali, sparsi qua e là nella provincia, dove ogni giorno centinaia e centinaia di bambini ricevono un pasto sicuro.
La Mostra vuole documentare questo grande lavoro portato avanti con la collaborazione delle Franciscan Missionary Sisters of Assisi, offrendo tuttavia numerosi altri punti di osservazione, come gli appunti di un diario di viaggio.
Ecco allora una chiave di lettura suggerita dagli autori stessi, attraverso cui anche il visitatore potrà compiere il suo viaggio personale. L’approccio suggerito è quello dei 5 sensi più uno, cioè lo stesso approccio che suggeriamo a chiunque abbia intenzione di accostarsi al mistero dell’Africa… Passiamo così dalla vista, per immergersi nei paesaggi a perdita d’occhio o rispecchiarsi nei grandi occhi dei bambini incontrati. L’Udito, per percepire – nel silenzio immenso delle grandi distese – ogni più piccolo rumore di vita. Il Tatto, delle mani che si stringono, che cercano, che percuotono un tamburo per ricavarne il ritmo incessante della vita. L’Olfatto, per assaporare i profumi intensi, a volte trasformati in olezzo di vita vissuta. Il Gusto, forte e schietto dei sapori della terra madre. Per poi ricorrere al Sesto Senso, al Settimo… all’empatia come capacità di entrare in sintonia con l’altro. E’ il senso della comunità, dello stare insieme, della condivisione. E’ la capacità cioè di entrare in un rapporto di empatia con le immagini e ciò che disvelano agli occhi del visitatore, nel profondo delle proprie convinzioni.
C’è un modo per lasciarsi trasportare in questo viaggio virtuale: leggere le immagini con gli occhi dello spirito, facendo leva sul grande mistero dell’incontro con l’altro, anche attraverso una foto.
Almeno è questa l’intenzione degli autori della Mostra che per giorni hanno lavorato per selezionare le foto, riflettere sul loro significato, comunicare la loro esperienza. E le intenzioni, quando animate da un così nobile pensiero, vanno sempre indagate.