INTITOLAZIONE ALLE GRAZIE DI UN LARGO AL PARTIGIANO WALTER GERMONTARI, MORTO NELL’ECCIDIO DI ARCEVIA 71 ANNI FA.
LA CERIMONIA IL 4 MAGGIO ALLA PRESENZA DEL SINDACO
Importante appuntamento per la cittadinanza, lunedì 4 maggio, successivamente alla cerimonia di consegna delle civiche benemerenze alla Mole: alle ore 11,30 il Sindaco Valeria Mancinelli, accompagna dall’assessore alla Partecipazione Democratica Stefano Foresi intitolerà il largo di via Colleverde- via Grazie antistante il circolo operaio a WALTER GERMONTARI, medaglia di bronzo al valor militare, nel 71°anniversario della morte.
Parteciperanno Stefania Giacomini, presidente dell’ANPI Ancona e Federico Memè, presidente del Circolo operaio a Germontari intitolato.
Saranno presenti rappresentanti delle istituzioni, dell’ANPI, insegnanti, studenti ed alunni delle scuole dell’Istituto comprensivo Grazie Tavernelle.
Il partigiano Walter Germontari, nato e vissuto nella sua breve vita proprio nel quartiere Grazie, è una delle vittime dell’eccidio di Monte Sant’Angelo, la strage nazi fascista compiuta il 4 maggio 1944 sul Monte Sant’ Angelo nel comune di Arcevia, nella quale vennero uccisi 63 tra civili e partigiani italiani.
Insieme al giovane Walter, poco più che ventenne, morirono altri 4 anconetani: Fabretti Ferris, Onelio Manoni, Umberto Terzi e Mario Albertini. Al termine della guerra, per rispetto e gratitudine, i soci gli intitolarono il circolo, affinché il suo insegnamento rimanesse vivo nei “graziaroli” e in tutti gli anconetani, per le generazioni a venire.
Cenni storici:
il Circolo Walter Germontari, è uno dei più antichi di Ancona. Nacque infatti, nel 1881, alle Grazie, come Società d Mutuo Soccorso (SMS) con il nome “30 aprile” in memoria della seppur effimera vittoria che, nel 1849, la Repubblica Romana ebbe sui francesi, chiamati a Roma da Pio IX. Alla fine del XIX secolo, il circolo era sotto stretta sorveglianza delle autorità locali, perché era considerato un “covo di ribelli”, data la sua natura prima repubblicana e poi anarchica. Dagli albori del fascismo il circolo fu più volte al centro di incursioni e scontri drammatici, si salvò dal fuoco ma venne chiuso infine nel 1927 e potè riaprire sono nel 1930 col nome “24 maggio”, ma gli attacchi e i pestaggi delle camicie nere ripresero. A differenza di altri circoli, rifiutò di trasformarsi in dopolavoro fascista e infine, terminata la guerra, poté riaprire i battenti mantenendo intatta, oltre alla sua proprietà, anche la sua storia e la sua identità. .
LA CITTADINANZA E’ INVITATA