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MOSTRA “DI TUTT’ALTRA NATURA”
29/06/2023 - 02/07/2023
Da sabato 17 giugno a domenica 2 luglio dalle ore 17:30 alle 19:30 all’Associazione Culturale Galleria Papini, sarà possibile visitare la mostra “Di tutt’altra natura” di Valentina Barucci e Mimma Leonori.
DESCRZIONE
Stando ai greci, l’arte è imitazione della natura circostante gli uomini, in altre parole: mimesi.
Ma in cosa consista e che valore abbia la mimesi è fin d’allora oggetto d’indagine.
Platone, il padre delle idee, la svaluta, per lui l’arte-mimesi è imitatrice delle cose, degli oggetti, che sono, essi stessi, imitazioni; mentre al contrario, il fautore del mondo sensibile, Aristotele, intendeva la mimesi come un’incredibile materializzazione del non visibile, dell’universale.
Per Mimma Leonori, pittrice anconetana, la natura è soggetto privilegiato a partire dall’infanzia quando, da promettente disegnatrice, iniziò a ritrarla nei suoi paesaggi ricchi di elementi tratti dal vero e riprodotti con perizia e maestria con pastelli, acquerelli o colori ad olio.
La sua natura, però, non rimase a lungo soggiogata alle regole accademiche e, alla scoperta delle potenzialità della materia pittorica, si rivelò molto più magmatica, intima e personale di quanto una mimesi impeccabile potesse restituire.
Per questo il mare della Leonori non ha smeraldine onde curvilinee ma spuma bianca di risacca sulla linea mediana della tela che lascia scoperti scarti di reti da pesca.
Oppure diventa uno specchio che si incendia di albe e tramonti rosa e arancioni epici e romantici, tragici e onirici; ci sono poi l’altolà di una tenace fila di fiammelle crepitanti affrontate a una fitta stratigrafia di mare, spuma, cirri e cielo e una finestra d’acqua salata che si affaccia su un lido denso e deserto.
I campi e i boschi si innalzano oltre la normale linea dell’orizzonte, vegliati da un albero solitario o attraversati da una ferita rosso sangue.
La materia, addensata di emozioni sulla tela, incarna col suo ingombro, la necessità di scavare nella trama più interna delle cose, frugandone l’anima, per scoprire l’identità ultima fra vita e natura, per cogliere l’essenza “organica” del mondo e congiungerla a quella sentimentale.
Per Valentina Barucci, artista romana e docente universitaria di algebra, invece, la natura divenne la risposta all’annoso dilemma posto dalla tela bianca e, dunque, soggetto delle sue opere almeno a partire dall’estate che seguì l’esame di terza media quando si sentì, forse per la prima volta, una pittrice e i suoi schizzi spaziavano dalle piante sino al mare.
Nemmeno la sua natura, però, volle seguire percorsi iperrealisti: nei primi esperimenti morbide nuvole in forme curvilinee furono ingabbiate in strutture architettoniche dalle linee spezzate fino poi ad accostamenti più audaci dove elementi naturali e manufatti umani creavano mescidazioni ininterrotte tradotte in collage arricchiti con banconote o trine.
La natura immaginifica, poi, si confronta con la costruzione dello spazio umano e, dunque, elementi naturali come vigne, alberi, campi, sono assimilabili a espressioni dell’uomo come la scrittura e, facilmente, possiamo classificarle come modulazioni diverse di una stessa concezione spaziale: è così che i solchi dell’aratro divengono righe di una pagina e i rami degli alberi, frasi.
Infine in “Aspettando” la riproposizione di un disegno infantile ispirato ad una scacchiera, sulla quale era giustapposta una panchina, qui si arricchisce del favoloso Argenio, androgino e trasognato protagonista, che aspetta, fondendo, in una nuova natura, l’elemento umano e vivente a quello geometrico.
Di tutt’altra natura è dunque quest’arte: non è più sua intenzione imitare il naturale creando qualcosa che appaia come si palesa di fronte ai nostri occhi, piuttosto vuol creare qualcosa che ne prenda il posto.
Ed ecco che le stesse artiste, la Leonori e la Barucci, si sostituiscono alla madre creatrice, divenendo esse stesse generatrici di un nuovo corso: accantonata la mimesi, la loro natura procede secondo nuove prospettive rigeneranti, ibridate, postumane, forse.
Dalla materia manipolata e trepidante, ai materiali riattati in nuove forme, le opere qui esposte sono pure risemantizzazioni dei nostri più intimi paesaggi sentimentali.
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
La mostra è aperta dal giovedì alla domenica.
Per informazioni inviare un’email a galleriapapini@gmail.com oppure visitare il sito www.galleriapapini.it.