“Premesso che sono disposto ad accettare le critiche da qualsiasi sponda provengano così come a replicare il mandato, non mi trovo altrettanto predisposto ad accettare le invenzioni.
Il Consiglio comunale sotto la mia presidenza è sempre stato il luogo di incontro delle istanze, soprattutto quelle presentate da parte delle opposizioni.
Per fare un paio di esempi: i Consigli comunali “aperti” e partecipati agli attori interessati pur non avendone alcun obbligo o le “interrogazioni urgenti” non sempre connotate da tale caratteristica.
Sulla iniziativa “mozione di sfiducia” vorrei esprimere due considerazioni. La prima che, se vera, visto che la notizia l’ho appresa solo dai giornali (fino al 9 gli uffici sono chiusi), presentata in coincidenza della scadenza di un mandato assume un connotato quanto meno curioso. La seconda, che trattasi di un falso problema:
una mozione di sfiducia si presenta solo in presenza di violazioni a leggi e regolamenti mai commesse dal sottoscritto, neanche nel caso richiamato dalla minoranza. Invero, debbo pensare che qualcuno ancora non ha imparato a distinguere la differenza fra “convocare” e “riunire” ed il Regolamento del Consiglio obbliga il Presidente del Consiglio a “convocare”. Buon senso vorrebbe che qualcuno, oltre al Regolamento che già lo prevede, tenesse conto della coincidenza della scadenza del mio mandato, 27 dicembre, con le festività di fine anno. L’ordinamento vigente garantisce ed assicura l’esercizio delle funzioni di presidenza, basta leggere il comma 9 dell’art. 8 dello Statuto.
Per concludere, inadeguato io? Si, inadeguato alla vecchia politica, quella che predilige il pantano delle paludi e mai le decisioni”.
Ultimo aggiornamento
9 Dicembre 2015, 08:57
Pubblicazione
9 Dicembre 2015, 08:57